I giovani italiani si ubriacano sempre di più? Nonostante nel nostro Paese esista il divieto di somministrazione di alcolici ai minorenni, sono 620.000 i minori a rischio per il consumo di alcol. In questi anni stiamo assistendo a un costante abbassamento dell’età in cui ci si avvicina agli alcolici e un graduale interessamento da parte dei giovani ad alcolici generalmente apprezzati dagli adulti. A dimostrarlo ci sono dati ufficiali e tendenze social.
Da medicamento a passatempo: storia della grappa
Nata all’ombra delle Alpi, la grappa deve il suo nome a un vecchio termine lombardo “grapa” che indicava il raspo dell’uva. Precedentemente, infatti, era nota come “graspa”, “branda” o “sgnapa”. Il distillato di vinacce fermentate, per potersi chiamare grappa, deve avere una gradazione minima di 37,5%. Non esiste, invece, un limite massimo e la gradazione media si aggira intorno al 40% e al 60%. La grappa può essere giovane (quando è conservata in contenitori di vetro o acciaio) o invecchiata (maturata per almeno 12 mesi in botti di legno); aromatica (derivata da uve aromatiche) o aromatizzata (grazie all’aggiunta di erbe, frutti o radici). Può essere stravecchia o riserva (quando matura almeno 18 mesi in botti di legno) o barricata (quando trascorre la metà del tempo di invecchiamento in barrique).
L’acquavite a scopo medico era diffuso tra i contadini piemontesi, veneti e trentini nel XVI secolo. Durante la Prima Guerra Mondiale era consumato dagli alpini per affrontare meglio i combattimenti. Dopo la Seconda Guerra Mondiale è passata da prodotto di sostegno a passatempo piacevole delle classi agiate.
La grappa: il nuovo trend che sbanca sui social
Generalmente apprezzata da un target piuttosto adulto, le ultime tendenze social dimostrano che la grappa è un prodotto sempre più apprezzato anche dai più giovani. Facendo un girio sui social, infatti, si può notare come i contenuti pubblicati su TikTok sulla grappa contano oltre 46 milioni di visualizzazioni, mentre su Instagram sono oltre 360mila i contenuti pubblicati con l’hashtag #grappa. Secondo le stime di AssoDistil, la grappa è consumata dal 30% degli italiani di età compresa tra i 18 e i 65 anni. Il consumo avviene per il 37% al di fuori delle mura domestiche e dai più giovani. Questi ultimi rappresentano il 43% dei consumatori fuori casa. Le regioni nelle quali la grappa è più apprezzata sono: Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Valle D’Aosta, Calabria, Basilicata, Lazio, Lombardia, Puglia e Piemonte.
I giovani si ubriacano sempre di più?
La grappa, in tutte le sue versioni, rappresenta una delle tante eccellenze italiane e come tale deve essere promossa soprattutto per il lavoro di alta qualità che si nasconde dietro la sua produzione. Tuttavia non possiamo ignorare i dati diffusi dal ministero della Salute sul consumo di alcolici tra i giovani. Nel 2021 sono stati circa 1 milione e 370 mila i ragazzi e le ragazze di età compresa fra gli 11 e i 25 anni che hanno
consumato alcol secondo modalità a rischio per la loro salute. Il 18,6% dei maschi e il 12,8% delle femmine appartenenti a questa fascia d’età sono consumatori a rischio. Parliamo di un momento dello sviluppo cognitivo che può essere gravemente danneggiato dall’alcol con effetti irreversibili.
Quando si parla di comportamento a rischio si intende, nello specifico, una pratica che è quella del binge drinking riservata al weekend: bere per ubriacarsi.
A differenza di tanti adulti che amano accompagnare un fine pasto o un momento di convivialità a un buon bicchierino da sorseggiare, molti giovani bevono solo per sballarsi.
In copertina foto di Rebecca Holm da Pixabay