L’opera prima di Andrea De Sica, I figli della notte, ha ricevuto un sostegno in fase di produzione da IDM Film Commission dell’Alto Adige. Il film è prodotto da Vivo Film Srl con Rai Cinema, in co-produzione con la società belga Tarantula, con il contributo del MiBACT e Eurimages (unico italiano scelto nella sessione di marzo 2016).
La location
Un’antica struttura asburgica – il Grand Hotel Dobbiaco nell’Alta Val Pusteria non lontano dal confine con l’Austria – è stata la location scelta dal regista in Alto Adige per girare il suo esordio cinematografico.
Ed è proprio questa particolare location – entrata in servizio come albergo nel 1878, meta della grande nobiltà (ha ospitato personaggi illustri come il compositore austriaco Gustav Mahler) e divenuta oggi un Centro Culturale – che fa da sfondo alle vicende dei due ragazzi protagonisti della storia, Giulio (Vincenzo Crea) ed Edoardo (Ludovico Succio). Accanto a loro, a completare il cast principale, anche Fabrizio Rongione e Yuliia Sobol.
La produzione ha girato in Alto Adige nella primavera del 2016 per cinque settimane, l’intero periodo delle riprese. Sul set hanno lavorato numerose maestranze altoatesine: dal video assist Michele Lezza al macchinista Daigoro Vitello, dall’assistente alla regia Giuseppe Tedeschi a Romina Berni nel reparto scenografia, così come Riccardo El Madany nella segreteria di produzione e Esma Allaoui al trucco. Un coinvolgimento che evidenzia l’impegno della Film Commission altoatesina nella formazione delle maestranze locali, finalizzato a garantire alle produzioni che scelgono l’Alto Adige come location di poter contare su una squadra preparata e valida di professionisti. Il product placement è stato inoltre realizzato in collaborazione con Birra Forst e Acqua Kaiser Wasser.
Il film
Nato da un’idea originale di Andrea De Sica, il film è scritto dallo stesso Andrea con Mariano Di Nardo in collaborazione con Gloria Malatesta; la fotografia è di Stefano Falivene, le scene di Dimitri Capuani, i costumi di Sabine Zappitelli e il montaggio di Alberto Masi.