Da dove provengono i Fast Radio Burst (FRB), misteriosi impulsi radio della durata di qualche millisecondo che corrono veloci nel Cosmo? I ricercatori del National Radio Astronomy Observatory (NRAO) – un network di radiotelescopi finanziato dalla National Science Foundation (NSF) Usa – hanno iniziato a dare una risposta a questo interrogativo, localizzando per la prima volta con precisione uno di questi impulsi. I risultati sono stati presentati al 229esimo meeting dell’American Astronomical Society di Grapevine, in Texas, e pubblicati in diversi articoli su Nature e su The Astrophysical Journal Letters.
L’osservazione ha permesso agli autori di determinare la distanza e la galassia di provenienza di uno di questi FRB, consentendo loro di escludere alcune suggestive ipotesi formulate in passato che, ad esempio, ne legavano l’origine alla Via Lattea. “Adesso sappiamo che questi lampi radio provengono da una galassia nana a più di tre miliardi di anni luce dalla Terra – spiega Shami Chatterjee, della Cornell University, tra i firmatari dello studio -. Si tratta di un enorme passo avanti nelle nostre conoscenze su questo tipo di eventi”.
L’origine dei FRB, estremamente energetici, ma di durata molto breve, è sempre stata avvolta nel mistero. Sin dalla loro prima osservazione, nel 2007, grazie a un team di astronomi a caccia di pulsar. Da allora, sono stati osservati 18 oggetti cosmici legati ai FRB. Uno in particolare, battezzato FRB 121102, catturato per la prima volta nel 2012 dall’Osservatorio di Arecibo, in Puerto Rico, si è poi presentato più volte agli astronomi.
Per questo, è stato scelto dai ricercatori del NRAO che, grazie al network di radiotelescopi del Very Large Array (VLA), ha potuto dedicare a FRB 121102 nell’arco di sei mesi 83 ore osservative, catturando nove lampi radio. “I dati del VLA ci hanno permesso di circoscriverne la posizione molto accuratamente”, sottolinea Sarah Burke- Spolaor, del NRAO.
Utilizzando questi dati, gli astronomi hanno poi potuto puntare gli occhi del telescopio Gemini North delle Hawaii in direzione della regione individuata. Sono, così, riusciti a ottenere un’immagine nello spettro visibile di una galassia nana, e a stimarne la posizione a più di tre miliardi di anni luce di distanza dal nostro Pianeta. “Abbiamo così potuto escludere, almeno per questo burst, che la regione di provenienza si trovi nella nostra galassia, o nei suoi dintorni”, conclude Shriharsh Tendulkar, altro autore dello studio.
I principali candidati come fonte di questi segnali radio sono, secondo quanto ipotizzato dagli autori nello studio, una stella di neutroni circondata dai resti dell’esplosione di una supernova, o un nucleo galattico attivo che ospita un buco nero supermassiccio.