In Italia 41,7 milioni di persone hanno accesso ad Internet. 29 milioni di queste lo fanno (anche) da dispostivi mobili. Grazie alla diffusione sempre maggiore della rete è aumentata l’accessibilità del mercato on-line, che oggi rappresenta un’importante realtà anche nel nostro Paese. L’attenzione destinata all’espansione dell’e-commerce in Italia è testimoniata dalle nuove direttive recentemente introdotte in termini informativi.
I dati sull’e-commerce dal 2006 al 2012 testimoniano un trend sempre positivo. Se nel 2006 il fatturato annuo è stato pari a 4.107 milioni di euro, quello del 2012 è più che raddoppiato, giungendo a 9.593 milioni. I dati di un report 2014?sulle vendite on line, però, raccontano una storia per la prima volta differente.
Sia chiaro: le vendite crescono ancora con percentuali importanti. Ma gli ultimi dati, riferiti al 2013, registrano per la prima volta una crescita ad una sola cifra, ovvero +6%. Pesano in questa contrazione settori come l?editoria (in calo di oltre il 20%) e quello di salute e bellezza (-19%).
Secondo dati Eurostat rimaniamo ancora lontani dai primati di utilizzo dell’e-commerce. L’Italia infatti si colloca al 25esimo posto in una classifica che vede sul podio, in ordine, Danimarca, Svezia e Lussemburgo.
Le nostre imprese, sebbene registrino importanti aumenti nel volume delle vendite on-line, restano in ritardo rispetto alla media europea. Se in Europa, infatti, la quota di fatturato delle imprese derivata dalla vendita on line si attesta mediamente al 15% in Italia è appena al 6%. Uno dei motivi di questa disparità è anche la mancata possibilità che le aziende italiane offrono al cliente di effettuare acquisti on line: solo l’11% del totale lo fa.
Nella classifica dei siti più utilizzati dagli italiani che comprano in rete al primo posto c’è eBay, seguito da Groupon e Booking.com. Molto gettonati anche Trenitalia e Vodafone, Zalando e Amazon.