Il caldo, soprattutto se intenso, provoca stress non solo agli uomini ma anche agli animali. Nelle fattorie le mucche, con le alte temperature, stanno producendo per lo stress fino al 10% circa di latte in meno rispetto ai periodi normali. È l’allarme lanciato dalla Coldiretti sugli effetti dell’innalzamento della colonna di mercurio oltre i 40 gradi nell’ultima settimana con le difficoltà maggiori nella pianura padana dove si concentrano gli allevamenti per la produzione di latte destinato ai più grandi formaggi italiani Dop, dal Grana Padano al Parmigiano Reggiano.
Se per gli animali domestici come cani e gatti è importante garantire sempre l’acqua e fare in modo che stiano sempre al riparo dal sole e in luoghi ben areati, per le mucche il clima ideale è fra i 22 e i 24 gradi, oltre questo limite gli animali mangiano poco, bevono molto e producono meno latte. Nelle stalle gli abbeveratoi lavorano a pieno ritmo perché ogni singolo animale è arrivato a bere con le alte temperature di questi giorni fino a 140 litri di acqua al giorno contro i 70 dei periodi più freschi.
In funzione anche ventilatori e doccette refrigeranti per aiutare a sopportare meglio la calura. Al calo delle produzioni di latte si aggiunge dunque anche un aumento dei costi alla stalla per i maggiori consumi di acqua ed energia che gli allevatori devono sostenere per aiutare gli animali a resistere all’assedio del caldo. Le difficoltà nelle stalle si aggiungono ai danni provocati dal caldo alle coltivazioni nelle campagne dove per l’afa africana bruciano frutta e verdura pronte per la raccolta.
Le alte temperature hanno provocato perdite dal 10% al 30% del raccolto in alcune aziende della pianura padana dove si registrano i picchi di calore più elevati, dalle angurie che mostrano evidenti segni di scottature con sfregi bianchi sulla buccia ai peperoni ustionati con macchie marroni che li rendono invendibili.
Con il grande caldo è emergenza nelle campagne dove gli agricoltori sono costretti a ricorrere all’irrigazione di soccorso per salvare le coltivazioni in sofferenza per le alte temperature, dagli ortaggi al mais, dalla soia al pomodoro. Con le temperature superiori ai 35 gradi anche le piante sono a rischio stress idrico e colpi di calore che compromettono la crescita dei frutti negli alberi, bruciano gli ortaggi e danneggiano i cereali.
L’intervento con irrigazione di soccorso è importante – conclude la Coldiretti – soprattutto per far sopravvivere le piantine piccole che non avendo radici sviluppate non riescono a raggiungere lo strato umido del terreno poiché lo sbalzo improvviso della temperatura tende a formare una crosta in superficie.