L’ultimo DPCM del Governo Conte segna l’inizio dell’era dei coprifuoco nelle regioni italiane. Sindaci e presidenti di Regione possono far richiesta al Ministro degli Interni e della Salute per attuare questa misura. Ma come funziona? Cosa si può e cosa non si può con questi coprifuoco.
Il ritorno dell’autocertificazione
Pensavo fosse un lontano ricordo ed invece no. L’autocertificazione fa il suo ritorno in pompa magna. Come lo scorso marzo, la dichiarazione con cui si violerà eventualmente il coprifuoco per casi di necessità dovrà specificare, oltre ai dati di chi la presenta, dove si sta andando e per quanto tempo si intende restare fuori di casa. L’autocertificazione per motivi di lavoro dovrà sempre indicare il datore di lavoro e la sede in cui ci si reca. Gli orari e ciò che è vietato fare, tuttavia, variano da regione a regione.
I coprifuoco nelle regioni italiane: Campania
La Campania, seconda regione d’Italia, dopo la Lombardia, per numero di persone attualmente positive (oggi 1.760 in più rispetto al dato di ieri), ha decretato martedì la chiusura dei negozi e dei locali pubblici dalle 23 alle 5 del mattino. Le scuole restano chiuse e sembra allontanarsi la riapertura delle scuole primarie prevista per lunedì 26. Il governatore De Luca ha anche deciso di vietare gli spostamenti tra province, se non “per motivi di lavoro, sanitari, scolastici, socio-assistenziali, approvvigionamento di beni essenziali”, da motivare comunque con l’autocertificazione. Nel pomeriggio è stato lo stesso presidente del Consiglio Conte a ventilare la possibilità di misure ancora più restrittive.
Lazio
Prossima tappa nelle regioni italiane che hanno “attivato” il coprifuoco è il Lazio. Il governatore Nicola Zingaretti firma una ordinanza che entrerà in vigore da venerdì notte, 23 ottobre, e che sarà valida per 30 giorni. In sostanza si decreta il coprifuoco dalle 24 alle 5, con il blocco totale alla circolazione notturna. Gli spostamenti di notte saranno consentiti solo per motivi urgenti o di lavoro e dovranno essere comprovati tramite un modulo di autocertificazione che sarà a disposizione sul sito della Regione Lazio. Non solo. Da lunedì, per le scuole superiori prevista la didattica a distanza al 50%, tranne che per gli alunni di IV ginnasio o del primo anno. Anche all’Università, sempre dal 26 ottobre, lezioni online al 75% tranne che per le matricole e le attività di laboratorio. Il Lazio è pronto anche a creare nuovi posti Covid, per arrivare a un totale di 2913, di cui 553 in terapia intensiva. Avviata inoltre una manifestazione di interesse per rintracciare laboratori privati in grado di fare 5mila tamponi al giorno.
Liguria
Le misure volute dal governatore Toti sono meno drastiche rispetto alle altre regioni. In Liguria infatti vale il divieto di assembramento in tutta la regione, ma il coprifuoco riguarda soltanto Genova, dove il sindaco ha decretato che dalle 9 di sera alle 6 del mattino “si potrà circolare soltanto se si va in uno specifico esercizio commerciale, in un ristorante o in un bar. L’accesso ‘ ludico’ può essere consentito solo se si va in un esercizio commerciale al chiuso o all’aperto, ma con posti a sedere. C’è però una limitazione per le scuole, dove da lunedì nelle superiori si passerà, a parte per le prime classi, alla didattica a distanza a rotazione per il 50% degli studenti.
Lombardia
Come la Campania, la Lombardia, regione italiana con il maggior numero di contagi e con dato record oggi, ha deciso che da domani, giovedì 23, ci sarà il coprifuoco di tutte le attività dalle 23 alle 5. Anche qui, per spostarsi in caso di necessità o lavoro servirà l’autocertificazione. L’ordinanza del presidente Fontana prevede inoltre che “le scuole secondarie di secondo grado e le istituzioni formative professionali secondarie di secondo grado devono realizzare le proprie attività in modo da assicurare, dal 26 ottobre, il pieno svolgimento della didattica a distanza per le lezioni, qualora siano già nelle condizioni di effettuarla e fatti salvi eventuali bisogni educativi speciali”.
Nel fine settimana l’ordinanza dispone poi “la chiusura delle grandi strutture di vendita nonché degli esercizi commerciali al dettaglio presenti all’interno dei centri commerciali, disposizione che non si applica alla vendita di generi alimentari, nonché alle farmacie e parafarmacie e altre categorie merceologiche”. I bar e i punti di ristoro che non hanno consumo al tavolo devono però chiudere alle 18. In ogni caso, i tavoli non possono ospitare più di sei persone. Vietate anche fiere e sagre.
Piemonte
Anche il Piemonte introduce l’obbligo per le classi dalla seconda alla quinta della scuola secondaria di secondo grado di seguire per almeno il 50% dei giorni la didattica digitale a distanza, in alternanza con la presenza in aula. Come in Lombardia, centri commerciali chiusi nel fine settimana, anche per evitare, ha detto il governatore Cirio, che si riversassero in Piemonte i consumatori dalla confinante Lombardia. Tutte le attività devono comunque chiudere entro mezzanotte, a parte bar e ristoranti che non hanno consumo ai tavoli, che chiudono alle 18. Per quanto riguarda Torino, è attesa l’ordinanza della sindaca Appendino per limitare la movida in piazza Santa Giulia, Via Matteo Pescatore e piazza Montanari.
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