Sono un po’più che rumors quelli che circolano intorno alla nuova nomina del commissario della Sanità calabrese dopo la rinuncia dell’ex rettore della Sapienza Eugenio Gaudio: il premier Giuseppe Conte si appresta a firmare un nuovo decreto, probabilmente entro la fine della settimana, per chiudere definitivamente la partita. La partita sui commissari della sanità in Calabria pare, quindi, trovare la sua conclusione.
Commissari della sanità in Calabria: non solo D’Andrea e Tronca fra i papabili
Con Federico Maurizio D’Andrea, originario di Cerchiara, in provincia di Cosenza, ex finanziere e detective del pool Mani Pulite, manager ai vertici di grandi aziende (presidente di Sogei e poi di Olivetti), attualmente consulente del sindaco di Milano Giuseppe Sala, si dovrebbe mettere un punto fermo nella gestione della Sanità regionale. Fra i papabili, però, circola anche il nome del prefetto Francesco Paolo Tronca, ex commissario della Città metropolitana di Roma. Ancora nulla di definito: entrambi gli interessati fanno sapere che non hanno avuto contatti diretti con il Governo.Pure Gino Strada, che nei giorni scorsi si è detto indisponibile a ricoprire il ruolo di commissario – ma che è già operativo in Calabria insieme alla Protezione Civile – non è del tutto uscito di scena. Almeno nelle intenzioni del ministro della Sanità Roberto Speranza. Sul tavolo resta ancora il curriculum di Narciso Mostarda, medico e dirigente dell’Asl Roma 6, e quello di Pellegrino Mancini, numero uno del Centro regionale trapianti dell’ospedale Bianchi-Melacrino-Morelli di Reggio Calabria. C’è anche chi fa il nome di Nicola Gratteri.
Il mea culpa del premier Conte
Questa volta, la quarta, dopo dimissioni, nomine e rinunce (nell’ordine Saverio Cotticelli, Giuseppe Zuccatelli ed Eugenio Gaudio), il premier non vuole commettere errori nella designazione del nuovo commissario ad acta al piano di rientro della Sanità calabrese. E si prepara a riunirsi con i sindaci della regione nell’incontro programmato a Palazzo Chigi alle 15: chiedono l’azzeramento del debito sanitario e la fine del lungo commissariamento per garantire ai circa 2 milioni di cittadini «condizioni di pari dignità e trattamento nella tutela della salute».Per arginare le critiche e superare l’imbarazzo causato dal “viavai” di commissari, Conte fa mea culpa pubblicamente. Scrive: «Mi dispiace per i calabresi che meritano una risposta, dopo anni di malasanità. Mi assumo la responsabilità». Promettendo: «Dopo i passi falsi compiuti, avvertiamo la responsabilità di indicare la persona giusta, con adeguate competenze nell’organizzazione sanitaria e contabile».
Il Covid avanza, Gino Strada è già sul campo
L’emergenza sanitaria nella regione, che da 13 giorni è in zona rossa, desta sempre più preoccupazione. Mentre il Governo nei giorni scorsi faceva buchi nell’acqua, il coronavirus avanzava: sono 936 i nuovi casi. Dieci le vittime. Firmato l’accordo tra Emergency e Protezione Civile, Gino Strada è già al lavoro. «Considerando l’evoluzione della situazione epidemiologica in atto – dichiara il dipartimento della Protezione Civile – si è ritenuto che l’associazione Emergency possa contribuire a rispondere a urgenti esigenze di assistenza socio-sanitaria della popolazione, come la gestione di strutture ospedaliere da campo o il supporto all’interno dei Covid hotel, nonché nei punti di triage delle strutture ospedaliere». Emergency è già presente in Calabria con un ambulatorio a Polistena e uno a Rosarno.
I sindaci chiedono la fine del commissariamento
I sindaci, che aspettano di essere ricevuti da Conte (una delegazione dei 404 che si sono movimentati), non reggono più la situazione: il primo cittadino di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà, a proposito di commissario e commissariamento, parlando all’assemblea dell’Anci, afferma di non voler più «subire scelte calate dall’alto senza concertazione. Non poniamo una questione sul nome, ma sul metodo. Vogliamo che chi arrivi, sia competente e che ci metta la testa e il cuore». Un appello condiviso dal ministro per il Sud Giuseppe Provenzano.