Il 2017 segna i 50 anni di onorata carriera ma anche di ispirazioni continue, tra musica e parole, per uno dei compositori, autori, cantanti italiani che della sua ricerca ha fatto un progresso, anzi un “prog”. Vittorio De Scalzi, musicista dalla doppia anima, ribelle e contestatrice che negli anni Sessanta lo ha portato a fondare la band dei New Trolls, e quella del cantautore intimista, che ha scritto autentiche poesie all’interno di brani di alcuni dei più noti artisti pop della nostra scena musicale (Ornella Vanoni, Mina, Anna Oxa tanto per citarne alcuni). Co-autore con Fabrizio De André del primo “concept album” delle musica italiana (Senza orario e senza bandiera), De Scalzi rappresenta anche un pezzo di storia del progressive italiano, ideatore dell’innovativo “Concerto grosso”, riuscito esperimento di fusione fra rock e classica, che lo ha portato storicamente in tour mondiali – il Trilogy Live The seven Seasons è addirittura diventato un DVD cult – e, in studio di registrazione, recentemente a fianco di Luis Bacalov con cui ha co-firmato il Concerto Grosso n.3.
All’età di 67 anni De Scalzi – che è stato anche membro fondatore e componente del gruppo blues “Slow Feet Band”, con cui ha pubblicato l’album Elephant Memory e che vedeva in formazione musicisti del calibro di Franz Di Cioccio, Mauro Pagani, Lucio Fabbri, Paolo Bonfanti e Reynold Kohl – non vede diminuire ma semmai proliferare la sua attività, avendo assunto recentemente la direzione artistica di rassegne dedicate ai giovani emergenti talentuosi (al di fuori di ogni circuito commerciale da reality) come il “Fire Music Festival” di Santa Maria Capua Vetere. A maggio, nella splendida cornice del Teatro San Carlo di Napoli, sarà anche in programma un concerto in suo onore con molte special guest a lui vicine.
Ma prima Sanremo, poiché proprio in occasione del festival a cui ha partecipato ben 8 volte, e anticipando quella che sarà la sessantasettesima edizione della più importante rassegna musicale italiana, Vittorio riceverà dalla Regione Liguria un ambito riconoscimento, “menzione d’onore” nell’ambito del 7° Gran Gala della Liguria (della Stampa) in programma al Teatro del Casinò di Sanremo il 6 febbraio p.v.
“Siamo molto onorati di poter conferire questa simbolica onorificenza ad un artista che rappresenta un pezzo importante della storia della musica italiana, e ligure in particolare – afferma Gianni Berrino, assessore al Turismo della Regione Liguria – Oltre all’onore riteniamo sia un dovere premiarlo, poiché grazie alle sue canzoni, alle sue note ed ai suoi testi sempre profondi e mai scontati il nostro territorio si è arricchito di nuove culture ed emozioni allineate in modo speciale al nostro modus vivendi”.
Ingenuamente colpito dal riconoscimento, De Scalzi ha dichiarato: “questo premio mi sorprende per una semplice ragione: questi decenni sono volati e non me ne sono neanche accorto; mi sembra di aver cominciato ieri quando proprio nei caruggi della mia città ho visto spontaneamente nascere alcune delle mie più amate canzoni. Ricevere questo premio proprio in Liguria, a cui sono particolarmente legato, è il coronamento di un lavoro e al contempo di una passione che non smette di alimentarsi.”
Il “suonatore Jones”, come molti lo hanno definito, rappresenta infatti l’emblema di un sofisticato autore dialettale della sua Genova, con album come Mandilli e Gli occhi del mondo, trasposizione musicale di alcune delle più belle poesie di Riccardo Mannerini. Tra i brani più datati di Vittorio si segnala, peraltro, Comme te bella Zena, da molti considerata canzone appartenente alla più antica tradizione genovese, tuttora interpretata dalle squadre di canto nelle esibizioni etno-popolari, ma in realtà scritta nel 1966.
Attualmente è inoltre in scena con il gruppo etno-pop Renanera, col quale si diverte ad incrociare vernacoli lucani e genovesi, ricercando e portando alla luce storici ed originali punti di incontro.
Non da ultimo, sempre in attinenza alla sua regione, De Scalzi ha firmato anche l’Inno ufficiale della Sampdoria, squadra del cuore a cui ha dedicato un album intero che, scritto nel 1991, vede tutt’oggi i giovani tifosi cantare a squarciagola “in gradinata” uno dei brani di punta del disco, Lettera da Amsterdam.
A Sanremo De Scalzi sarà anche l’ospite della seconda serata della manifestazione “Guardami Oltre” (Sanremo per i Sociale), rassegna di presentazione di progetti artistico-sociali a cura di Patrizia del Vasco e Gino Aveta, interpretando dal vivo e sempre dal Casinò, mercoledì 8 febbraio, alcuni dei suoi brani più rappresentativi, probabilmente nati proprio in questo ambito se, come afferma, ““Ogni volta che guardo il festival di Sanremo, che seguo sempre e costantemente a livello professionale, vengo immediatamente stimolato a scrivere nuove canzoni…”
E, al festival, Vittorio De Scalzi è stato presente con: Io che ho te (1969), New trolls in coppia con Leonardo; una storia di Sergio Endrigo (1971); soli (1981), scritta per drupi e terza al festival; faccia di cane (1985), New trolls su testo di Fabrizio de André; cielo chiaro (1988) New trolls; quelli come noi (1993), New trolls; letti (1996) New trolls con Umberto Bindi; alianti liberi (1997), New trolls in coppia con Greta.