Le popolazioni locali pensano siano le impronte degli Dei lasciate durante il loro passaggio. Sono forme rotonde, perfettamente brulle che gli occidentali hanno ribattezzato “I Cerchi delle Fate di Namibia”. Le costruzioni vivono in media 24 anni anche se alcune possono arrivare a circa 75.
Si alternano negli anni; sono molti i cerchi che si sono susseguiti così come le teorie per spiegarli, non ultimo, uno studio di Norbert Juergens del Biocenter Klein Flottbek di Amburgo. Secondo lo studioso, sarebbero le termiti a produrre le singolari rotondità, in particolare, la specie delle Psammotermes Allocerus le quali, così facendo, aumenterebbero le loro probabilità di sopravvivenza nel deserto di Namibia. Le termiti distruggerebbero la vegetazione effimera tipica del periodo che viene dopo le piogge e creerebbero, in questo modo, le condizioni necessarie affinché l’umidità permanga nel sottosuolo e favorisca la riproduzione.
La tesi, però, non soddisfa i più, per cui gli studi sui cerchi presenti per oltre 2 mila km fra Namibia e Angola sono ancora fervidi. Chi accredita la teoria delle termiti, lo fa spiegando che gli animaletti sono gli unici presenti al momento della formazione dei cerchi e che la loro opera sulla flora locale sia fondamentale. Non la pensano allo stesso modo gli studiosi tedeschi del Helmholtz Centre for Environmental Research. Secondo gli studiosi i cerchi sarebbero troppo “perfetti” per essere opera delle termiti. A far dubitare, appunto, l’eccessiva precisione delle forme, il lavoro degli animali sarebbe più casuale. Secondo il team tedesco, la spiegazione dei cerchi delle fate si ricondurrebbe alla riorganizzazione della flora locale.
Le piante, presenti su un suolo molto arido, sarebbero in battaglia fra di loro per accaparrarsi le scarse risorse idriche utili alla sopravvivenza. Ricostruzioni computerizzate dell’organizzazione dei cerchi sul suolo in corrispondenza delle risorse idriche avrebbero riprodotto esattamente la conformazione osservabile sul suolo di Namibia. L’ipotesi è ancora da accreditare e da verificare, fatto sta che questa nuova interpretazione getta le basi per un nuovo dibattito.