In seguito alla riunione con il primo ministro Davutoglu, i capi di Stato o di governo dell’UE hanno affrontato la situazione in materia di migrazione, in particolare per quanto concerne la rotta dei Balcani occidentali. Hanno accolto con favore la discussione avuta con il primo ministro turco sulle relazioni UE-Turchia e sui progressi compiuti nell’attuazione del piano d’azione comune. La Turchia ha confermato il suo impegno ad attuare l’accordo bilaterale greco-turco in materia di riammissione al fine di accettare il rapido ritorno di tutti i migranti non bisognosi di protezione internazionale che hanno compiuto la traversata dalla Turchia alla Grecia e di riaccogliere tutti i migranti irregolari fermati nelle acque turche.
I capi di Stato o di governo hanno convenuto che sono necessarie iniziative coraggiose per chiudere le rotte del traffico di esseri umani, smantellare il modello di attività dei trafficanti, proteggere le nostre frontiere esterne e porre fine alla crisi migratoria in Europa. Dobbiamo spezzare il legame che esiste tra la traversata in mare e l’insediamento in Europa.
Per questo hanno sottolineato l’importanza dell’attività della NATO nel mar Egeo, diventata operativa in data odierna. Hanno invitato tutti i membri della NATO a sostenerla attivamente. Hanno accolto con grande favore le ulteriori proposte avanzate oggi dalla Turchia per affrontare la questione della migrazione. Hanno convenuto di lavorare sulla base dei principi contenuti in tali proposte:
• far rientrare, a spese dell’UE, tutti i nuovi migranti irregolari che hanno compiuto la traversata dalla Turchia alle isole greche;
• far sì che, per ogni siriano che la Turchia riammette dalle isole greche, un altro siriano sia reinsediato dalla Turchia negli Stati membri dell’UE, nel quadro degli impegni esistenti;
• accelerare l’attuazione della tabella di marcia per la liberalizzazione dei visti con tutti gli Stati membri in vista della soppressione dell’obbligo del visto per i cittadini turchi al più tardi entro la fine del giugno 2016;
• accelerare l’erogazione, per assicurare il finanziamento di una prima serie di progetti entro la fine di marzo, dei 3 miliardi di EUR inizialmente stanziati e prendere una decisione in merito a un ulteriore finanziamento destinato allo strumento per i rifugiati siriani;
• prepararsi alla decisione di aprire quanto prima nuovi capitoli dei negoziati di adesione sulla base delle conclusioni del Consiglio europeo dell’ottobre 2015;
• collaborare con la Turchia in eventuali sforzi comuni volti a migliorare le condizioni umanitarie all’interno della Siria in modo da consentire alla popolazione locale e ai rifugiati di vivere in zone più sicure.