Lo spettacolo – un concerto teatrale liberamente ispirato alla fiaba di Andersen “I brutti anatroccoli” – è allestito all’aperto dalla compagnia Stilema Unoteatro (TO) ed è destinato ad un pubblico di bambini dai 3 anni.
Tra papere con gli occhiali, strumenti musicali, divertenti e poetiche suggestioni, “I brutti anatroccoli”, scritto e interpretato da Silvano Antonelli, con la collaborazione di Talia Geninatti Chiolero, porta in scena personaggi della vita di tutti i giorni, ognuno con la propria individualità: chi indossa gli occhiali, chi impiega un po’ più degli altri a leggere una frase, chi ha la pelle un po’ più scura e chi un po’ più chiara, chi fa fatica a scavalcare un gradino con la sedia a rotelle, ma tutti, sempre, impegnati a guardare il grande cielo che li circonda e a cercare un modo per alzare gli occhi e provare a volare.
Ognuno come vuole, ognuno come può. Con questo spettacolo la compagnia segna in modo indelebile l’universalità del diritto alla felicità. Il diritto essenziale a essere persone.
Sabato 8 aprile alle ore 16.30, nel suggestivo scenario del Parco Pinocchio/Teatro Ghirelli, ultimo appuntamento della rassegna teatrale YOUNG, a cura di Le Nuvole/Casa del Contemporaneo. Lo spettacolo – un concerto teatrale liberamente ispirato alla fiaba di Andersen “I brutti anatroccoli” – è allestito all’aperto dalla compagnia Stilema Unoteatro (TO) ed è destinato ad un pubblico di bambini dai 3 anni. Tra papere con gli occhiali, strumenti musicali, divertenti e poetiche suggestioni, “I brutti anatroccoli”, scritto e interpretato da Silvano Antonelli, con la collaborazione di Talia Geninatti Chiolero, porta in scena personaggi della vita di tutti i giorni, ognuno con la propria individualità: chi indossa gli occhiali, chi impiega un po’ più degli altri a leggere una frase, chi ha la pelle un po’ più scura e chi un po’ più chiara, chi fa fatica a scavalcare un gradino con la sedia a rotelle, ma tutti, sempre, impegnati a guardare il grande cielo che li circonda e a cercare un modo per alzare gli occhi e provare a volare. Ognuno come vuole, ognuno come può. Con questo spettacolo la compagnia segna in modo indelebile l’universalità del diritto alla felicità. Il diritto essenziale a essere persone. |