Uno dei più famosi musei di Napoli è certamente quello di San Martino che è ubicato nell’omonima certosa nei pressi del Vomero. Fu inaugurato nel 1867. Si articola in due livelli: nel primo troviamo delle sezioni dedicate alla costruzione navale, alle carrozze, al presepe e alla storia generale del Regno di Napoli con le relative opere d’arte di quel periodo. Nel secondo invece una galleria dedicata all’Ottocento, un’area per le arti decorative, una per il teatro e una per la stampa e le decorazioni.
La Certosa, edificio portante del Museo, fu edificata nel 1325 circa per volere del duca di Calabria, Carlo. Fu successivamente abitata dall’ordine religioso dei Certosini che apportarono la costruzione di celle e di un nuovo sistema idrico. La struttura raggiungerà uno sviluppo dal punto di vista decorativo e di ampliamento in generale nel 1623 grazie all’intervento di Cosimo Fonzago. In particolare aggiungerà all’edificio marmi bianchi di Carrara e altri tipi dalla Spagna e dalla Francia. Anche la Chiesa sarà abbellita con imponenti rosoni e una vasta navata.
Sfortunatamente non riuscì a concludere la sua opera e quindi svariati dettagli, furono aggiunti successivamente. Nel 1799 è occupata e gravemente danneggiata dall’esercito francese durante gli anni di rivolta napoletana. Solo nel 1806 i monaci potranno farvi ritorno, anche se saranno costretti nuovamente ad abbandonare la Certosa. Infatti nel 1866 è riconosciuta come una proprietà statale e, mediante l’intervento e l’impegno di Giuseppe Fiorelli, è annessa al Museo di San Martino inaugurato nel 1867. Durante la Seconda Guerra Mondiale, nel 1940 precisamente, è saccheggiato e rovinato. Per questo motivo fu poi riorganizzato da Bruno Molajoli.
Oggi il Museo celebra i 150 dalla sua inaugurazione con un evento culturale durato circa tre giorni. Il primo incontro è incominciato alle ore undici del mattino e consisteva in una visita guidata organizzata dagli studenti dell’Accademia delle Belle Arti. Nel pomeriggio si è svolto un incontro relativo allo sviluppo dell’attività teatrale napoletana durante la dominazione spagnola. Si è soprattutto trattato della nascita della maschera di Pulcinella, dell’opera di Giovan Battista Basile e di Giulio Cortese. La serata si è terminata poi con un concerto di musiche barocche.
Il secondo giorno si è invece trattato dello sviluppo urbanistico della città dal Quattrocento all’Ottocento mediante alcune immagini e con dati cartografici. In seguito, per ricordare anche la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, si è discusso sul tema della “Grande Madre” e sul ruolo della donna nella società. L’ultima giornata è stata dedicata maggiormente ai bambini, infatti la mattina è stato possibile visitare la sezione navale del Museo mentre alcuni esperti narravano le leggende delle sirene partenopee e dei pirati.