Proviamo a fare un resoconto del successo derivante dalla diffusione del web: i dati del 2014 sono inequivocabili e se non altro prevedibili data la molteplicità dei nuovi congegni tecnologici messi a disposizione degli italiani ( Smartphone, Tablet, I-Phone). Fruitori assidui, amanti dell’intrattenimento, del confort e del low cost. Gli italiani nell’era digitale si riconoscono all’interno di un nuovo target definito digital- tribal generation. La multimedialità è in ogni luogo e in ogni tempo senza tempo. Nasce un nuovo modo di apprendere, innovare, comunicare nella transmedialità. La conoscenza è continuamente costruita, rimodellata sulla base di acquisizioni continue. Questo è il quadro tracciato dall’ottava edizione della ricerca State of Media Democracy, condotta per il secondo anno anche in Italia.
Nel nostro paese l’indagine ha coinvolto 2.127 consumatori di tutte le età e di tutte le aree geografiche. La prima fonte di intrattenimento è costituita da Internet (77%); segue la televisione (47%); la lettura dei libri (34%); l’ascolto di musica (30%); la lettura dei quotidiani (25%); e il cinema (21%), visti o letti su qualsiasi dispositivo. I nativi digitali sono in crescita: l’85% del campione preso in esame possiede almeno uno smartphone, il 77% ha un pc portatile, mentre resta indietro rispetto all’acquisto dei dispositivi sopra citati, il tablet. (58%) Una crescita che ha visto gli italiani in pole position per l’acquisto dei dispositivi digitali con un aumento del 13% rispetto all’anno scorso. La ricerca ha preso in considerazione anche il genere: vi è un’omogenea distribuzione nell’utilizzo delle “nuove” tecnologie: ( 46% per le donne)., e diffusi su tutto l’arco delle generazioni : dai giovanissimi 14-24 anni , ai maturi di 67 e più anni. Il picco si raggiunge nella generazione X, quella dai 31 ai 47 anni.
Se da una parte l’uso delle tecnologie ci rimandano ai concetti dell’user experience dall’altra, l’uso assiduo e costante, rende labile il confine tra autonomia e dipendenza discostandoci più o meno completamente dalla dinamica complessa del reale. Ricordate il film Requiem for a dream? In una delle scene vi è Sara Goldfarb, vedova anziana le cui sua unica attività è guardare un talk show televisivo, l’identificazione patologica con un dei personaggi dello show, la induce ad assumere anfetamine per dimagrire. Nonostante gli “effetti collaterali” derivanti dall’assunzione della sostanza, l’anziana signora si rallegra per il peso perso. La Goldfarb perde completamente il contatto con il suo mondo interiore delegando agli oggetti il cuore dei loro comportamenti in una relazione scindibile che si dipana tra high tech e high touch. La tecnologia rincorre i bisogni dell’uomo, tuttavia sappiamo che quest’ultimo non conosce solo la dipendenza, ma anche l’onnipotenza. L’uso spropositato dei mezzi tecnologici trasformano una condizione di reale impotenza, che alimenta in noi una tensione emotiva, in un gioco illusorio di dominio sul mondo e sugli eventi. Do you choose artificial consumption, are do you choose true freedom?