Prima personale di Oscar Giaconia (Milano, 1978) in un’istituzione museale italiana, l’esposizione è una ricognizione sulla più recente produzione pittorica dell’artista.
L’assonanza concettuale e fonetica che accomuna le parole “osteria”, “ostrica” e “isteria” produce un titolo intraducibile, un equivoco linguistico, una disfunzione di senso incarnata dalle figure che abitano l’esposizione: locandieri, falsari, vecchi nostromi, sentinelle, spettri e mostri sono i soggetti che popolano lo Spazio Zero della GAMeC, e che mettono in scena una degenerazione contemporanea della pittura di genere.
La maniacalità linguistica di Giaconia si esprime attraverso l’uso di materiali eterogenei come silicone, vulcanite, nylon, gomma di neoprene, salpa, elastomeri, rivelando l’accanimento e l’ostinazione empirica della sua ricerca e della sua pratica pittorica.
Sabato 23 febbraio 2019, il truccatore prostetico due volte nominato all’Oscar Vittorio Sodano trasformerà Giaconia nell’ambito di una performance ospitata nello Spazio Zero del museo, che innescherà la nuova macchina pittorica alla base del prossimo lavoro dell’artista.
21 Dicembre 2018
Hoysteria
Scritto da Redazione CinqueColonne
Prima personale di Oscar Giaconia (Milano, 1978) in un’istituzione museale italiana, l’esposizione è una ricognizione sulla più recente produzione pittorica dell’artista. L’assonanza concettuale e fonetica che accomuna le parole “osteria”, “ostrica” e “isteria” produce un titolo intraducibile, un equivoco linguistico, una disfunzione di senso incarnata dalle figure che abitano l’esposizione: locandieri, falsari, vecchi nostromi, sentinelle, spettri e mostri sono... Continua a leggere