Ricercatori dell’università di Trento e quella di Ginevra hanno, infatti, scoperto una “falla” nel processo infettivo del virus HIV, responsabile dell’AIDS. Si tratta di una proteina antiretrovirale, denominata SERINC5 che in quantità sufficiente è capace di frenare l’aggressività del virus.
Lo studio in questione è stato pubblicato sull’importante rivista scientifica “Nature”.La proteina in questione riuscirebbe, in poche parole ad ostacolare l’infezione HIV: il virus non riesce più ad attaccare efficacemente le cellule.
La SERINC5 si comporta come una sorta di campanello d’allarme che avverte la cellula dell’arrivo dell’agente patogeno. Il virus a questo punto, a detta degli scienziati, sarebbe incapace di penetrare la cellula.Per contrastare il SERINC5, il virus HIV dispone tuttavia di un’altra proteina, denominata Nef, che rafforza la capacità infettiva di particelle virali e inibisce SERINC5, ma quest’ultima, se è presente in grande quantità, impedisce a Nef di avere il sopravvento.
Alla luce di tale scoperta, l’obiettivo dei ricercatori sarà di rovesciare l’equilibrio delle forze e favorire SERINC5 che, contrariamente ad altri retrovirali scoperti di recente, possiede la capacità di venir espressa in tutte le cellule del sistema immunitario del corpo umano. Su questa “falla” presente nel virus HIV si concentreranno i futuri studi, alla ricerca del modo migliore di sfruttarla.
La strategia terapeutica potrà consistere sia nel modo per rafforzare la presenza di SERINC5 in tutte le cellule, sia nel modificare la struttura della proteina per permetterle di meglio sottrarsi al potere d’inibizione di Nef. Tuttavia, l’equipe di ricercatori ha avvisato che il percorso non sarà breve.