L’inizio degli anni Settanta vede l’interesse per pratiche live divenire parte fondamentale e costituente del lavoro di molti artisti, segnando uno dei momenti più interessanti nell’ambito della storia delle arti del XX secolo.
Le performance vengono realizzate in spazi pubblici e privati, e riprese su diversi formati da operatori del settore o dai protagonisti stessi.
In molti casi, però, tali azioni avvengono a porte chiuse alla sola presenza della videocamera. Se da un lato il video rappresenta lo strumento privilegiato per la documentazione di opere performative, dall’altro molto spesso questi materiali acquistano un valore che va al di là di quello puramente documentativo, diventando a tutti gli effetti delle opere d’arte.
Valentina Valentini
Valentina Valentini, docente di Estetiche e linguaggi del teatro contemporaneo, e di arti elettroniche e digitali presso l’Università La Sapienza di Roma, approfondisce questa complessa e interessante relazione in una lezione in cui, oltre a proiettare significativi lavori realizzati negli anni Settanta, va ad analizzare la cultura archivistica dei pionieri del video in Italia, prendendo ad esempio due tra i più celebri protagonisti dell’epoca: Luciano Giaccari, con la costituzione dell’omonima Videoteca, e Maria Gloria Bicocchi, con l’esperienza del centro di produzione art/tapes/22.