Quattordici immagini disposte in un allestimento dinamico e coinvolgente, un alternarsi di formati e irregolarità che si fondono in un’unica narrazione visiva dai contenuti penetranti: è il cuore di Hidden Identities Unfinished, la seconda pubblicazione della fotografa napoletana Yvonne De Rosa una cui selezione (il volume consta di 40 scatti) sarà visibile negli spazi di Magazzini Fotografici a Largo Proprio d’Avellino, a pochi passi da via Duomo.
L’esposizione rientra infatti nella kermesse dedicata dallo spazio eventi al libro fotografico e mostra attraverso le immagini di bambini ritratti in situazioni di disagio in vari luoghi d’Europa come la povertà non sia ciò che ci definisce, e come di contro non definisca l’ identità dell’ essere umano.
Molti dei bambini immortalati dall’obiettivo di Yvonne De Rosa così come le loro famiglie non hanno infatti neanche documenti di identificazione: la loro identità ed il loro valore sono al di fuori del radar della società civile. ”L’ intento di questo lavoro e del libro di Yvonne – la nota artista e regista britannica Sam Taylor Wood – è dimostrare con potenza la forza di carattere che questi bambini hanno sviluppato. Il loro personale senso di orgoglio, spirito di comunità e gentilezza va quindi rispettato e celebrato”.
Yvonne De Rosa
Laureata in Scienze Politiche a Napoli, Yvonne De Rosa si è trasferita a Londra dove ha completato due prestigiosi master fotografici, prima alla Central Saint Martins e poi presso il London College of Communication dove ha conseguito un Master in fotogiornalismo.
Il suo primo libro, Crazy God, è una raccolta di foto scattate presso l’ospedale psichiatrico dove aveva prestato servizio come volontaria.
Come freelance Yvonne ha lavorato quindi con organizzazioni non governative inglesi che le hanno permesso di visitare l’Est Europa e che hanno portato alla nascita del secondo libro, Hidden Identities, pubblicato nel 2013 ed esposto al Victoria & Albert Museum di Londra.
Tra i suoi lavori più recenti “Terra Mia” sull’inquinamento nel Sud Italia visto come contaminazione delle terre e corruzione delle persone, esposto alla Conferenza Internazionale sul Clima del 2015.