Un giorno storico per l’astrofisica italiana: lo strumento Hermes, a bordo del satellite australiano SpIRIT, ha visto la sua “prima luce”. Questo traguardo segna l’inizio di una nuova era nella caccia ai lampi di raggi gamma, potentissime emissioni associate agli eventi più energetici dell’universo, come la morte di stelle massive o la collisione di buchi neri.
Cos’è Hermes?
Hermes, nato dalla collaborazione tra l’Università di Melbourne, l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), è un telescopio spaziale miniaturizzato progettato per identificare e localizzare i lampi di raggi gamma con una precisione senza precedenti. Lanciato il 1° dicembre 2023, SpIRIT orbita a 513 km dalla Terra in un’orbita eliosincrona, completando un giro ogni 96 minuti. Il 27 marzo, Hermes ha acceso i suoi rivelatori per la prima volta, raccogliendo i primi fotoni per circa 10 minuti.
Un nuovo sguardo sull’universo estremo
I lampi di raggi gamma sono fenomeni transitori che durano solo pochi millisecondi, ma che emettono una quantità di energia immensa, superiore a quella di un’intera galassia. La loro osservazione è fondamentale per comprendere i processi fisici più estremi dell’universo, come la formazione dei buchi neri e la fusione di stelle di neutroni.
Hermes è dotato di un innovativo sistema di rivelatori in grado di identificare i lampi di raggi gamma con una precisione di pochi gradi, un enorme passo avanti rispetto ai telescopi spaziali precedenti. Questo permetterà agli astronomi di localizzare le sorgenti di queste emissioni con maggiore accuratezza e di studiarle in dettaglio con altri telescopi.
“Hermes è il primo di una nuova generazione di telescopi spaziali per raggi gamma”, ha sottolineato Michele Trenti, principal investigator di SpIRIT per l’Università di Melbourne. “Grazie alla sua capacità di identificare e localizzare i lampi di raggi gamma con estrema precisione, Hermes ci aiuterà a svelare i misteri dell’universo estremo”.
Un’avventura scientifica italiana
La partecipazione italiana al progetto Hermes è stata fondamentale per il suo successo. L’INAF ha contribuito alla progettazione e alla realizzazione dei rivelatori del telescopio, mentre l’ASI ha fornito il supporto logistico e operativo per il lancio e la messa in orbita del satellite.
“Siamo orgogliosi di aver contribuito a questo importante traguardo per l’astrofisica italiana”, ha dichiarato Giorgio Saccoccia, presidente dell’ASI. “Hermes è un esempio concreto di come la collaborazione internazionale possa portare a risultati eccezionali”.
La “prima luce” di Hermes è solo l’inizio di un’avventura scientifica che si preannuncia ricca di sorprese. Con questo nuovo strumento, gli astronomi italiani avranno un ruolo di primo piano nella探索 dell’universo più estremo.
Oltre la “prima luce”: il futuro di Hermes e SpIRIT
Nelle prossime settimane, Hermes continuerà la sua fase di test e calibrazione, per poi iniziare le osservazioni scientifiche regolari a partire da giugno 2024. Gli astronomi si aspettano di individuare diverse centinaia di lampi di raggi gamma all’anno, aprendo nuove strade per la comprensione dei fenomeni più energetici dell’universo.
Hermes è solo il primo tassello di una futura costellazione di telescopi spaziali per raggi gamma. L’obiettivo è quello di creare una rete di strumenti in grado di monitorare il cielo in modo continuo, per non perdere neanche un lampo di queste emissioni elusive.
Con la sua tecnologia innovativa e la sua vocazione internazionale, Hermes rappresenta un passo importante verso una nuova era dell’astrofisica dei raggi gamma. Le scoperte che ci attendono nei prossimi anni promettono di rivoluzionare la nostra comprensione dell’universo estremo.
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