Dall’Italia verso la Cina, comincia il viaggio di HEPD. Procede secondo i piani il progetto LIMADOU con cui l’Italia, per la prima volta nel 2017, porterà a bordo di una missione cinese – CSES (China Seismo-Electromagnetic Satellite) – un proprio strumento: il suo nome è High Energetic Particle Detector(HEPD), un rilevatore sviluppato per misurare le variazioni nel flusso delle particelle intrappolate nelle fasce di Van Allen che precipitano verso l’atmosfera in seguito a perturbazioni generate da fenomeni di origine solare, terrestre o antropica.
Lo strumento, realizzato da INFN, con le sezioni di Bologna, Napoli, Perugia e Roma Tor Vergata, i Laboratori Nazionali di Frascati, il Centro TIFPA di Trento, INAF con l’Istituto IAPS e alcuni atenei italiani, tra cui Roma Tor Vergata, Trento, Bologna, Perugia e l’Università Telematica InternazionaleUniNettuno con il coordinamento dell’ASI, ha completato la fase preliminare di test e sta per cominciare la propria avventura spaziale: prima tappa del viaggio, la Cina, dove da gennaio saranno avviate le attività di integrazione dello strumento italiano sul satellite CSES.
Dopo aver superato a pieni voti il primo esame nella Beam Test Facility, i Laboratori Nazionali INFN di Frascati, in cui lo strumento è stato esposto ad un fascio di elettroni ad energia compresa tra i 30 e i 120/150 MeV ed aver affrontato il test per la calibrazione con i protoni presso il Centro Nazionale INFN Trento Institute for Fundamental Physics and Applications (TIFPA), HEPD è pronto per essere spedito ai laboratori del CNSA, l’Agenzia Spaziale Cinese, e di qui nello spazio a bordo di CSES ad agosto 2017.
Il lavoro di HEPD – di cui è P.I. Piergiorgio Picozza dell’INFN e dell’Università di Tor Vergata – e degli altri strumenti imbarcati su CSES, sarà quello di osservare gli eventi che coinvolgono la ionosfera e sottoporre a rigorosa verifica scientifica i meccanismi che collegano il nostro pianeta e le sue dinamiche interne al plasma di particelle cariche che circonda la Terra, con l’obiettivo di sviluppare nuove tecniche per il monitoraggio sismico dallo spazio.
LIMADOU – nome nato della translitterazione in mandarino delle iniziali del matematico gesuita del 1500 Matteo Ricci, con cui è stata battezzata la parte italiana del programma – prende forma in seguito all’accordo firmato tra Agenzie spaziali Italiana e Cinese nel 2013. Il nostro Paese grazie all’ASI guadagna così un posto di rilievo nella collaborazione sulla piattaforma spaziale cinese per lo studio degli eventi sismici.
La missione CSES – che coinvolge l’Italia attraverso LIMADOU/HEPD e la collaborazione con l’INAF nello sviluppo del rivelatore di campo elettrico (EFD) – ha l’obiettivo di identificare e studiare possibili fenomeni co-sismici post sismici o precursori di tipo elettromagnetico (ad esempio una modifica dello spettro ULF e VLF), ionosferico (anomalie nel Total Electron Content – TEC) e magnetosferico (come la precipitazione di elettroni dalle fasce di Van Allen). Il fine ultimo della missione consiste nel cercare possibili correlazioni spazio-temporali tra le variazioni di parametri fisici – tipicamente osservabili dallo spazio – e l’avvento di terremoti di grande intensità, ma anche di studiare i meccanismi alla base di queste correlazioni.