Uno degli eventi speciali della WWE che nonostante il nome altisonante non ha mai regalato grandi emozioni. Quest’anno, però, Hell in a Cell 2020 ha al suo interno una card costruita bene ma che può soprattutto regalare buonissimi match.
Hell in a Cell 2020: I punti di forza
A farla da padrone nello special event che andrà in onda stanotte dall’una saranno sicuramente due dei tre Hell in a Cell match. Partiamo vedendo quello che metterà in palio il titolo femminile di Smackdown tra la campionessa Bailey e la sfidante Sasha Banks. Alla fine la bolla è esplosa, il duo Bailey-Banks che ha letteralmente dominato per quasi un anno intero la divisione femminile dalla WWE si è sciolto. Guerra aperta tra le due con la campionessa che ha dato la fine all’alleanza tra le due ex migliori amiche. Sarà la cella rossa metallica a segnare un punto di svolta in questa rivalità. Per Bailey sarà il primo match nella gabbia mentre la Banks si dimostra una vera veterana essendo questo per lei il terzo Hell in a Cell match (la Boss ha, infatti, partecipato a tutti e tre gli Hell in a Cell match femminili finora mai disputati). Tanta attesa per il match tra le due che in realtà abbiamo già visto in due NXT Takeover dove sono state le vere protagoniste dello show.
Passiamo ora all’altro match nella gabbia. E’ una questione di famiglia, letteralmente quella tra Jey Uso e Roman Reigns. In palio il titolo universale ma c’è molto di più. Orgoglio, famiglia, tribù, ruolo di capofamiglia. La storia che si è andata a creare tra i due lottatori è stata la dimostrazione di come il storytelling possa costruire ottime situazioni e ottime rivalità anche se uno dei due non sia mai stato in orbita titolo massimo come appunto il membro degli Usos. Rivalità che mostra quanto il passaggio nelle fila dei “cattivi” per Roman Reigns sia stato un vero e proprio toccasana. Il personaggio è ritorno rinvigorito e il pubblico (quello di internet, in assenza di quello nel pubblico) si sta sempre più facendo convincere dal samoano. Cosa vedremo in questo I Quit Hell in a Cell match? Chi si arrenderà? Il fratello Uso riconoscerà alla fine in Roman Reigns la figura di capo tribù?
Hell in a Cell 2020: match che partono nella “noia”
Non tutto è ovviamente bello e luccicante, Hell in a Cell 2020 non fa eccezione. Ci sono infatti match che purtroppo non arrivano al PPV con quell’attesa degna di uno special event. Primo fra tutti il match tra Jeff Hardy ed Elias. Il chitarrista è tornato, nella puntata del draft, per attaccare il Charismatic Enigma giustificando il tutto come una vendetta per l’incidente che (tanti, troppi) mesi fa l’aveva messo KO. Motivazione debole, troppo debole se poi pensiamo che quello dell’incidente è un segmento (o angle che dir si voglia) già spiegato e chiarito. Il famoso incidente d’auto, infatti, era stato causato da Sheamus e non da Jeff. Quindi la vendetta di Elias sembra completamente ingiustificato… a meno che Elias non abbia vissuto in una caverna senza vedere le puntate settimanali di Raw e Smackdown.
Parliamo, adesso, del match che mette in palio la valigetta del Money in the Bank. Otis dovrà difenderla dall’assalto di The Miz. L’Awesome One ha portato in tribunale il membro (o ex… situazione tutta da chiarire) degli Heavy Machinery in un segmento comedy tra il trash e il ben scritto con leggende come JBL, Ron Simmons e Teddy Long. Quello del tribunale, però, è l’unico segmento degno di nota dell’intera faida che sin da subito ha mostrato lacune in termini di storytelling e soprattutto interesse. Storia, inoltre, che ha una falla alla base ovvero che The Miz realmente parlando non avrebbe alcun diritto (legale soprattutto) nel richiedere la valigetta non essendo parte neanche attiva del finale del Money in the Bank ladder match che ha visto Otis trionfare con un rocambolesco finale. Insomma, match il cui unico punto di interesse è capire chi sarà il vincitore. Otis, purtroppo, come Mr. Money in the Bank è deludente: mai pericoloso e mai realmente una minaccia per il campione e neanche avergli momentaneamente affiancato Mandy Rose ha giovato al grosso lottatore.
Chiudiamo la nostra “analisi” col match che mette in palio il titolo WWE tra Drew McIntyre e Randy Orton. Una faida che è scesa di interesse fino alla quasi noia. Eravamo partiti molto bene con una serie di scambi tra i due molto buoni, l’inserimento delle leggende poi aveva dato un tocco in più al tutto. La magia però svanisce proprio nella costruzione di questo Hell in a Cell match dove Orton è tornato ad essere quel cattivo si pericoloso ma forse troppo codardo. Staremo a vedere come andrà a finire.