Come difendere i più giovani dalle insidie del web
“Hate speech e revenge porn: il lato oscuro e insidioso dei social network” è il titolo dell’evento facebook (https://www.facebook.com/INEDUproject/ ) organizzato da IN EDU Project (Comunità inclusive attraverso l’alfabetizzazione dei media e l’educazione al pensiero critico) con la partecipazione dell’avvocatessa Cathy La Torre.
L’incontro facebook è nato con l’obiettivo di informare adulti e ragazzi sulle insidie che si nascondono nel web e nei social, con particolare attenzione a Telegram. Cathy La Torre è un’avvocatessa, cofondatrice della campagna “Odiare ti costa” e attivista per i diritti civili, che ha spiegato come riconoscere contenuti violenti e sessisti on line, come difendersi e reagire.
IN EDU Project, il promotore dell’iniziativa facebook, è un progetto ERASMUS in collaborazione con sette partner europei provenienti da Italia, Slovenia, Bulgaria, Francia e Croazia. Il progetto ha l’obiettivo di informare sulle dinamiche mediatiche e sviluppare un pensiero critico atto a prevenire e combattere l’emarginazione sociale.
I social e il web sono un’opportunità, se usati bene. Sappiamo anche, però, che sono un luogo virtuale senza regole, dove spesso si incappa in furti di identità, violenze verbali e diffusione di contenuti privati. Nel corso della diretta, Cathy La Torre, che si occupa di illeciti via web, ha spiegato che negli ultimi anni, molti illeciti (specialmente a contenuto pedopornografico) si stanno perpetrando tramite il social network Telegram.
Hate speech e revenge porn: Telegram in prima fila
Telegram è un social di messaggistica istantanea nato in Russia, e molto simile a Whatsapp. La differenza con quest’ultimo social consiste nella garanzia dell’anonimato. Mentre Whatsapp è legato al nostro numero di cellulare, Telegram no. Possiamo creare profili falsi tramite nickname inventati e costruirci una vera e propria vita parallela, diffondendo indisturbati contenuti illeciti o alimentando canali con immagini e video violenti. Un’altra caratteristica di Telegram è la mancanza di mediatori che dovrebbero bloccare il proliferare di contenuti diffamatori e illeciti. Come ha affermato Cathy La Torre, c’è la possibilità di fare segnalazioni in merito, ma Telegram non ha mai risposto chiudendo alcun canale segnalato dagli utenti .
La caratteristica di Telegram è quindi la segretezza, e non è un caso che sia nato in Russia. Il social infatti, è stato creato proprio con l’intento di bypassare i controlli serrati del Governo sulle comunicazioni private, creando però uno strumento a tutela dell’identità anche di chi è intenzionato a commettere un illecito.
L’avvocatessa Cathy La Torre ha spiegato che Telegram sta letteralmente impazzando tra i giovani con conseguenze sempre più allarmanti. Si sta assistendo a continui furti di identità a danni di giovanissimi, le cui foto (anche non compromettenti) e i cui profili social vengono divulgati sul web e associati ad attacchi violenti, spesso sessisti. Il materiale inoltre, è anche oggetto di scambio pedopornografico tra i diversi utenti del social.
Una legge contro il revenge porn
Per fortuna, a maggio del 2019 è nata una legge contro il revenge porn, che punisce chi diffonde in maniera illecita e senza il consenso della persona interessata, video e foto di quest’ultima. Le pene sono severissime: reclusione fino a 6 anni e multe da 5 mila a 15 mila euro per chi è protagonista o alimenta violenze su internet. Secondo l’avvocatessa Cathy La Torre, quest’ultimo punto è di rilevanza cruciale. La legge infatti punisce anche chi riceve il materiale, perché si rende complice di una catena che continua ad alimentare anziché interrompere. Con questa misura quindi, si richiama alla responsabilità proprio i giovani, che fanno circolare con molta leggerezza sui social foto e video spesso intimi. In Italia al momento ci sono stati 29 arresti legati ad illeciti perpetrati su Telegram, tuttavia, sostiene La Torre, sono ancora pochi.
Come ha sottolineato l’avvocatessa, uno degli scogli più grandi da superare è la reticenza dei più giovani alla denuncia. Questo perché, la maggior parte dei contenuti intimi (foto e video) diffusi nel web avvengono da parte di ex partner. Spesso la vittima non denuncia, perché si vergogna di aver scattato quelle immagini in un momento di intimità del tutto lecito. Ricordiamo infatti, che l’illecito non è nell’immagine o nel video realizzati in un momento intimo con il proprio partner, bensì nella divulgazione a scopo di violenza senza il consenso dell’interessato. E a questo proposito, ricordiamo che diverse ragazze non hanno retto allo scandalo mediatico e si sono suicidate. Da qui l’importanza dell’informazione sulla prevenzione e reazione al fenomeno.
Hate speech e revenge porn: necessità di percorsi formativi
Tutelarsi e denunciare si può. Chi è vittima di cyberbullismo, di minacce, di furti di identità, può avvalersi della legge e intraprendere un percorso di alfabetizzazione che coinvolge tutti. E’ questa la mission di IN EDU Project, un progetto di due anni, che attraverso numerose attività su tutto il territorio nazionale si adopera per accrescere la consapevolezza e la capacità di muoversi senza rischi nel web e nei social. Il progetto inoltre, rivolto a genitori, studenti e insegnanti, promuove e sviluppa il pensiero critico attraverso strumenti e materiali didattici originali e innovativi.