Si chiamerà “Progetto Galileo. Osare guardare attraverso nuovi telescopi” il progetto di ricerca dell’Università di Harvard che consentirà di allungare l’occhio oltre il nostro Sistema Solare alla ricerca di prove sull’esistenza degli alieni. Una ricerca scientifica volta a dare una risposta definitiva a uno dei più grandi quesiti dell’umanità e guidata da un vero esperto in materia di alieni sulla base di un evento accaduto quattro anni fa.
Oumuamua
Nel 2017 alle isole Hawaii fu avvistato un corpo celeste che, a prima vista, fu classificato come asteroide. La sua forma allungata, insolita per un asteroide, e il suo movimento non in linea con le leggi gravitazionali, appassionò non solo gli studiosi ma anche i semplici appassionati di astronomia. L’oggetto fu battezzato “Oumuamua” che nella lingua hawaiiana significa “Messaggero che arriva da lontano”. Fu classificato, infatti, come oggetto “interstellare”, un qualcosa, cioè, che non apparteneva al nostro Sistema Solare. Oumuamua fu il primo oggetto interstellare a essere arrivato così vicino alla Terra.
La ricerca degli studiosi di Harvard sull’esistenza degli alieni
La ricerca sugli alieni condotta dagli scienziati di Harvard “Progetto Galileo. Osare guardare attraverso nuovi telescopi” propone, dunque, la creazione di una rete civile di osservazione dell’universo. Un insieme di telescopi, cioè, attraverso i quali captare eventuali oggetti volanti non identificati. Attraverso i telescopi si cercheranno oggetti interstellari simili a Oumuamua, potenziali satelliti afferenti a civiltà tecnologiche extraterrestri (ETC). Sarà possibile studiare la natura dei fenomeni aerei non identificati (UAP) grazie all’alta definizione d’immagine dei telescopi. Ogni telescopio costa circa mezzo milione di dollari e la ricerca ha ottenuto già quasi 2 milioni di dollari grazie a contributi liberi.
Avi Loeb
Il “Galileo Project” sarà guidato dall’astrofisico israelo-americano Abraham “Avi” Loeb, esperto in astrofisica e cosmologia. Professore di Scienze all’Università di Harvard, ricopre diverse cariche tra cui quelle di presidente del Board on Physics and Astronomy (BPA) e di President’s Council of Advisors on Science and Technology. Nel 2012 la rivista Time lo ha inserito nell’elenco delle 25 persone più influenti nello spazio. Riguardo a quanto accaduto nel 2017, Loeb ha dichiarato: “Non possiamo più ignorare la possibile esistenza di civiltà tecnologiche extraterrestri“. Indizi, dunque, non prove ma l’interrogativo sulla presenza di tali popolazioni è pressante e gli studiosi del progetto vogliono “eliminare le nebbie attraverso un’analisi trasparente e scientifica“. Pur essendo Loeb uno studioso di grande rilievo, il progetto non ha mancato di generare un certo scetticismo all’interno della comunità scientifica. Scetticismo al quale lo stesso Loeb ha risposto sulla rivista americana “Scientific American” affermando che “Scegliere di non guardare attraverso le finestre non significa che i tuoi vicini non siano lì.”