Fabrizio cammina sulla spiaggia vendendo libri: ricerca del sè, meditazione, ma anche cucina vegana sono le sue proposte. Ha la testa rasata ma appena si volta un piccolo ciuffo di capelli risalta; e poi, la classica tunica dal color zafferano. Lui è infatti un monaco devoto al culto di Krishna, religione Indù che prende il nome di “Società Internazionale per la Coscienza di Krishna” (ISKCON), più comunemente “Hare Krishna”.
Il movimento Hare Krishna vanta oggi, a quasi cinquant’anni dalla fondazione, circa seicento sedi, centri e templi, un’ottantina di fattorie o comunità rurali e più di cento ristoranti ufficiali, sparsi in quasi tutti i Paesi del mondo.
Ma è stato A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada ad iniziare il percorso spirituale, ha girato il mondo quattordici volte tra il 1965 e il 1977 aprendo in ogni continente centri del Movimento per la Coscienza di Krishna, circa un centinaio di sedi in tutto il mondo, iniziato circa cinquemila discepoli e attratto migliaia di simpatizzanti e seguaci tra cui George Harrison, il capellone dei Beatles che addirittura dedicò una canzone al movimento: My sweet Lord.
Anche in Italia i centri Hare Krishna sono in espansione, vi sono infatti quattro sedi ufficiali, nelle quali risiedono circa 150-200 monaci iniziati, e che sono frequentate da una più ampia congregazione di fedeli e iniziati esterni; vi sono inoltre una ventina di centri d’incontro e un tempio viaggiante, quello di cui Fabrizio fa parte. Lui è italiano e all’età di 29 anni ha iniziato il suo percorso spirituale, il suo sorriso e i suoi occhi trasmettono la sua pace interna, mi dice che ha cambiato religione e che ha scoperto qualcosa di incredibile. « Quando incontri il signore, lo vedi, ci parli e ti diverti». E il signore di cui parla è Krishna, che loro chiamano così, ma in fondo il «Signore è uno solo», chiarisce Fabrizio.
I centri italiani Hare Krishna si trovano a Bergamo, Catania, Firenze, Milano, Roma, Vicenza, ma Fabrizio vive in Umbria, vicino Orvieto, li sono in dieci, tutti italiani, o quasi, ad eccezione di un greco.
Il tempo viaggiante oggi ritorna ad Ischia e Fabrizio con loro, per continuare a vendere libri per sostenere l’Associazione e diffondere i saperi. Poi verso la fine di settembre, il tempio viaggiante tornerà in Umbria per riprendere le attività quotidiane di meditazione, preghiera, ma soprattutto canto, quello del “maha mantra”, che ripete cioè sempre le stesse parole; una formula ideata dal “Signore Chaitanya”, che sarebbe un’incarnazione di Krishna e secondo il culto ravviverebbe la coscienza spirituale trasportando in estasi chi canta e chi ascolta, e va recitata almeno 1728 volte al giorno. Non di rado infatti, durante i festival ci si imbatte in questi gruppi di Hare Krishna che cantano e suonano trascinando con loro chiunque ne sia incuriosito.
Il tempio in Umbria ospita spesso pellegrini, persone che vanno per ritrovare se stessi, e per trascorrere un periodo di pace e meditazione spirituale, partecipando alle attività del centro di preghiera, meditazione, e rispettando la dieta vegana, ma non è sempre facile adeguarsi a tutto ciò «C’è chi va via dopo un giorno – dice Fabrizio – ma anche chi ci resta per sempre».