E’ trascorso poco più di un mese dall’inizio della guerra tra Russia e Ucraina. Un mese nel quale abbiamo passato al microscopio tutte le fasi dell’attacco russo, tutte le ipotesi strategiche. Cosa possiamo dire oggi su questa “operazione militare speciale” così come l’ha definita Putin? Una su tutte: quella in Ucraina non è una guerra lampo come sperava il leader russo.
La guerra tra Russia e Ucraina nei numeri
Una delle difficoltà registrate da diverse organizzazioni sta nel reperire numeri certi sui morti e i feriti da entrambe le parti. Un bollettino ufficiale diffuso dalla Russia in data 2 marzo parlava di 498 truppe uccise e di 1.597 feriti. Una fonte Nato a Bruxelles la scorsa settimana contava un ammontare compreso tra i 7.000 e i 15.000 caduti tra i russi, mentre altre fonti parlavano di 30.000/40.000 truppe tra quelle uccise, ferite o catturare in Ucraina. Dal canto loro, gli ucraini affermano di aver perso 1.300 truppe mentre 1.035 e 1.650 sono rispettivamente i civili rimasti uccisi e feriti in Ucraina dall’inizio della guerra secondo l’Alto commissariato delle Nazioni Uniti per i diritti umani. Kiev, Kharkiv, Dnipro, Mariupol, le città più colpite.
La guerra delle sanzioni
L’Unione europea ha risposto all’attacco di Putin imponendo alla Russia una serie di sanzioni economiche. Decisione alla quale si sono, poi, accodati gli Stati Uniti, i Paesi partner della Nato, il Giappone, l’Australia e la Nuova Zelanda. Vediamo quali sono le principali sanzioni comminate finora:
- Le principali istituzioni finanziarie russe sono state escluse dal circuito SWIFT, grazie al quel si possono effettuare transazioni oltre frontiera.
- Le imprese russe non possono ricevere prestiti provenienti dal Regno Unito. Nessun privato o impresa in Russia può ricevere credito soprattutto nei nuovi investimenti sull’energia.
- Il petrolio e il gas russo non potranno più essere importati in America ed entro la fine dell’anno neanche nel Regno Unito. L’Italia si è detta pronta a rinunciare al gas russo in tre anni. L’Unione europea si è detta impegnata nello stesso obiettivo.
- Vietato vendere alla Russia beni di lusso quali aerei, auto, imbarcazioni, opere d’arte e prodotti dell’alta moda. Una tassa sulle importazioni dalla Russia è stata messa dal Regno Unito.
- Vietata l’esportazione in Russia di beni che possono rafforzare tecnologicamente la sua difesa e la sua sicurezza.
- I voli delle compagnie aeree russe sono banditi dagli spazi aerei di Unione europea, Regno Unito, USA e Canada.
- L’Australia ha bloccato le esportazioni di alluminio alla Russia.
- UE, Regno Unito e Canada hanno congelato i beni di diversi ricchi imprenditori e persone collegate al governo russo.
Non è escluso che a queste sanzioni se ne aggiungano di nuove prossimamente.
I negoziati di pace
In questo mese di guerra dobbiamo mettere a bilancio, purtroppo, anche il fallimento delle trattative di pace. Dobbiamo in realtà registrare il dato per cui l’Unione europea non ha potuto sedersi al tavolo della pace. La scelta di inviare armi all’Ucraina le ha tolto ogni ruolo di terzietà. Stesso discorso per tutti i Paesi che hanno aderito a tale scelta. Tanto è vero che in questi giorni si sta intavolando una trattativa in Turchia. Trattative avvelenate nel vero senso della parola, stando a qualche notizia trapelata ma non confermata. Il sentimento che prevale in proposito è quello di un cauto ottimismo. Entrambe le delegazioni hanno intravisto segnali di speranza ma risulta difficile fidarsi di Putin. L’unico punto fermo a oggi sembra quello delle sanzioni economiche che saranno revocate sono a guerra cessata.