Le bambine e i bambini che vivono senza i genitori, quasi 100.000 in Ucraina secondo le stime, sono tra i più vulnerabili nelle guerre e rischiano, più degli altri, di non avere vie di fuga protette dai luoghi di conflitto e ai confini. L’Ucraina ha un alto tasso di minori affidati alle istituzioni (1,3%). Molti di questi bambini sono oggi a rischio di divenire vittime dirette di un conflitto che non risparmia nemmeno scuole e orfanatrofi, o di cadere in circuiti di sfruttamento.
Ucraini: bambini e bambini in Italia
In risposta ad una richiesta di aiuto giunta da Leopoli, il Consiglio Italiano per i Rifugiati (CIR) – l’organizzazione umanitaria indipendente nata nel 1990 in Italia su iniziativa delle Nazioni Unite con l’obiettivo di difendere i diritti dei rifugiati e dei richiedenti asilo – e Save the Children – l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro – hanno organizzato un trasferimento in sicurezza di piccoli profughi dal confine polacco con l’Ucraina all’Italia. Oltre al gruppo dei 21 bambini e adolescenti non accompagnati – giunti in Italia con la direttrice dell’Istituto dove si trovavano – sono stati soccorsi altri 42 bambini con le loro mamme, per un totale di 92 persone.
Save the Children Italia ha inviato al confine polacco due pullman equipaggiati con i beni di prima necessità per consentire ai bambini e alle famiglie di affrontare il viaggio. A bordo dei due pullman, un team di Save the Children specializzato nella protezione minori, oltre a un pediatra e due interpreti ucraini volontari, hanno fornito il necessario supporto ai bambini e alle famiglie nel lungo viaggio fino all’approdo in Italia.
L’operazione nei dettagli
L’operazione è stata predisposta in stretto coordinamento con il Dipartimento nazionale della Protezione Civile, i ministeri competenti e le ambasciate. L’arrivo in Italia è stato coordinato con le istituzioni locali di Trieste, la frontiera da cui i pullman hanno fatto ingresso in Italia. Della realizzazione di tale operazione, infine, sono state informate le competenti autorità consolari ucraine.
I bambini e le famiglie soccorse avevano già affrontato un lungo viaggio per raggiungere prima Leopoli e poi attraversare il confine con la Polonia, dove già più di 1 milione e 500 mila profughi del conflitto, per la metà bambini, sono fuggiti per mettersi in salvo dai combattimenti che hanno sconvolto il paese e le loro vite. Nel corso dell’operazione di trasferimento, il team di Save the Children, in collaborazione con il CIR, ha potuto realizzare una prima valutazione delle condizioni dei bambini e degli adolescenti, tra i 3 e i 17 anni, che viaggiavano senza genitori, e delle loro specifiche vulnerabilità. Tutte queste informazioni sono state condivise con l’Assessorato all’Educazione e al Welfare del Comune di Firenze e con il Tribunale dei minori, per definire un progetto personalizzato di accoglienza.
Credit: Francesco Alesi per Save the Children
Una rete di accoglienza
I nuclei familiari, composti da mamme con due o tre bambini tra i 3 e i 15 anni, sono state invece accolte a Roma nell’ambito della rete di accoglienza predisposta dalla Protezione Civile del Lazio. Questi bambini e le loro mamme si trovavano in condizioni di particolare vulnerabilità a Leopoli e sono stati segnalati e sostenuti al fine di permettere anche il loro arrivo in totale sicurezza.
“Abbiamo accolto bambini particolarmente provati, sia per la guerra che avevano vissuto sulla loro pelle, sia a causa di giorni passati senza dormire e senza la possibilità di fare dei pasti adeguati. I due pullman dove sono saliti sono stati il primo luogo dove hanno potuto riposare in sicurezza, dopo giorni e giorni di fuga. I più grandi si sono presi cura dei più piccoli e per loro, alla difficoltà dell’intera situazione, si è aggiunto il peso di questa responsabilità. Le mamme con i bambini che abbiamo accolto sono in condizione di particolare vulnerabilità, preoccupate per il futuro dei propri figli e angosciate per quanto sta accedendo nel loro paese e per i propri cari tuttora lì”, ha dichiarato Niccolò Gargaglia, che ha guidato la missione per Save the Children.
“Non sapevamo quali sarebbero state le condizioni dei bambini quando saremmo arrivati a prenderli. Li abbiamo trovati provati, principalmente dal freddo, si riconoscevano i segni sulle loro mani”, ha dichiarato Alessandro Ferretti, il medico pediatra volontario che ha accompagnato gli operatori nella missione umanitaria
Le parole di Save the Children
“C’è bisogno di un impegno corale da parte dei paesi europei per non lasciare da soli i bambini che sono tuttora in Ucraina o ai confini con i paesi limitrofi, soprattutto se non accompagnati, senza i genitori e figure adulte di riferimento. Occorre assicurare un percorso sicuro che possa metterli in salvo, proteggendoli anche dal rischio di cadere in circuiti di traffico e di sfruttamento.
L’esperienza condotta in collaborazione con il CIR, in stretto coordinamento con il Dipartimento nazionale di Protezione Civile, è importante per definire linee di intervento operativo da condividere con le istituzioni e le organizzazioni non governative, per intensificare e coordinare gli aiuti rivolti in particolare ai bambini che si trovano soli e che per questo motivo sono ancor più vulnerabili. Un ringraziamento particolare va, alle istituzioni, al Comune di Firenze che, con l’Istituto degli Innocenti sta offrendo ora ai bambini, dopo giorni passati in rifugi e in fuga sotto le bombe, la possibilità di ritrovare serenità in un contesto di eccellenza educativa, e alla Regione Toscana. Ringraziamo inoltre la Regione Lazio e la ASL Rm2, che stanno garantendo l’accoglienza dei bambini che sono giunti in Italia con le loro mamme, con grande attenzione ai loro bisogni e predisponendo per loro tutto quanto necessario.
Cosa succederà dopo l’arrivo?
Save the Children continuerà a seguirli nel loro percorso di inclusione e nella difficile costruzione di una crescita serena, nonostante le ferite della guerra.” ha dichiarato Raffaela Milano, Direttrice Programmi Italia-Europa di Save the Children.
“Abbiamo condiviso con Save the Children una richiesta di aiuto arrivata dall’Ucraina che non potevamo in alcun modo lasciare inascoltata. Bambini soli e mamme in difficoltà con i propri figli che cercavano un luogo sicuro per fuggire agli orrori della guerra.
Quello che vogliamo sottolineare, e di cui ringraziamo, è stata la risposta immediata anche da parte di tutte le istituzioni coinvolte che hanno garantito l’assistenza necessaria per portare a termine questa operazione umanitaria in condizioni di sicurezza e in tempi rapidi. Crediamo che questo sia un insegnamento che dovrebbe guidarci non solo in questa drammatica crisi, ma ogni volta che siamo chiamati a dare delle risposte di protezione: solo con un impegno collettivo e una risposta coordinata i diritti di tutti sono garantiti. Come in questo caso dove nessuno si è sottratto.
Ora il nostro compito sarà quello di assistere queste famiglie e questi bambini affinché il loro percorso di integrazione sia positivo. Su questo ci impegneremo sin dai prossimi giorni.” ha dichiarato Roberto Zaccaria Presidente del Consiglio Italiano per i Rifugiati.
Bambini, l’impegno di Save the Children e CIR per il territorio dell’Ucraina
Save the Children è impegnata in Polonia e Romania in attività specifiche di protezione dei minori non accompagnati o separati dalle loro famiglie, e di quelli nei nuclei familiari. In Romania, l’Organizzazione è anche impegnata in cinque centri di accoglienza per migranti e richiedenti asilo, sta distribuendo beni essenziali e ha allestito spazi sicuri dove i bambini possono giocare, imparare ed iniziare ad elaborare il trauma vissuto, affrontando il dolore per la perdita della loro quotidianità e in molti casi di persone care.
Save the Children opera in Ucraina dal 2014, fornendo aiuti umanitari essenziali ai bambini e alle loro famiglie, sostenendo il loro accesso all’istruzione, supportandoli a livello psicosociale, distribuendo kit invernali e kit per l’igiene, e fornendo denaro alle famiglie in modo che possano soddisfare le esigenze di base come il cibo, l’affitto e le medicine, o in modo che possano investire in nuove attività.
Il Consiglio Italiano per i Rifugiati è impegnato dall’inizio della crisi ucraina per dare risposte ai bisogni di protezione delle cittadine e dei cittadini ucraini che arrivano o che già si trovavano in Italia e di quanti stanno fuggendo da questa guerra. Abbiamo attivato una rete di sportelli che forniscono assistenza sociale e legale in Friuli Venezia Giulia, Veneto, Lazio, Puglia, Calabria e Sicilia. Siamo inoltre impegnati per rafforzare il sistema di accoglienza con soluzioni dedicate alle esigenze delle famiglie che stanno arrivando nel nostro Paese.