Parole come sostenibilità e circolarità, che oggi sentiamo pronunciare così diffusamente, hanno in realtà radici lontane. Trovano la loro origine in quel concetto di consumo critico che ha allontanato sempre più mani dagli scaffali della grande distribuzione per avvicinarle alle cassette di legno del contadino locale. Consumo critico vuol dire comprare prodotti stagionali, da filiera corta e corrispondere per questi il giusto prezzo. La singola famiglia non può, però, esaurire la clientela di chi vive della vendita dei prodotti coltivati in proprio, così per assicurare ai consumatori prodotti genuini e convenienti e ai produttori una clientela allargata sono nati di Gruppi di Acquisto Solidale (G.A.S.). Più persone si riuniscono e fanno un unico ordine all’ingrosso per poi distribuire i prodotti acquistati secondo le varie esigenze. Il fenomeno, nato in modo spontaneo, dopo più di vent’anni si è espanso fino a diventare uno stile di vita. A fine 2020, il numero dei G.A.S. è arrivato a 800 (numero molto approssimativo in verità) e a sei milioni quello degli italiani che acquistano attraverso i G.A.S. Come si crea un G.A.S. e come si gestisce? Lo abbiamo chiesto a Romano Boscolo, fondatore e presidente di PROMOGAS APS, l’associazione che aiuta chiunque voglia metter su un G.A.S. e i G.A.S. già costituiti che hanno bisogno di un sostegno nella gestione.
Gruppi di Acquisto Solidale e pandemia
Romano Boscolo, quanto hanno funzionato i G.A.S. durante i mesi più difficili della pandemia?
Purtroppo la maggior parte dei G.A.S. ha risentito della pandemia in quanto uno dei loro principi fondanti è il desiderio di socialità e associazione tra i membri. Tuttavia la tecnologia ha supplito ad alcune necessità, come le riunioni, che venivano svolte online. Inoltre, dato che su gastore è prevista la consegna a domicilio, siamo riusciti a far fronte ai problemi logistici derivanti dall’avere un punto di raccolta comune, che avrebbe significato assembramenti. Questo ha permesso ai G.A.S. di continuare a svolgere le loro attività principali e di non cessare durante la pandemia.
Quali sono i prodotti più commercializzati attraverso i G.A.S.?
I prodotti più commercializzati attraverso i G.A.S. sono sicuramente quelli agroalimentari, in particolare frutta, verdura e formaggi. Oltre a questi, si aggiungono prodotti per l’igiene personale e della casa. In generale, i G.A.S. puntano ad acquistare prodotti sani, ecologici e biologici provenienti da piccoli produttori locali. Questo, sia per rispettare l’ambiente e la salute personale, sia per aiutare gli agricoltori italiani.
Avete appena costituito l’associazione “Promogas APS” che sostiene la nascita dei G.A:S.: quali sono le difficoltà che le persone incontrano nella creazione di un G.A.S.?
Sicuramente difficoltà nell’organizzazione e gestione dei Gruppi. È impegnativo, si richiede molto tempo per reperire e contattare i produttori, gestire i soci e i loro ordini, organizzare le riunioni e tanto altro. Inoltre, essendo una realtà non molto diffusa, chi vuole creare un G.A.S. spesso non conosce altre esperienze simili alla sua, non sa chi contattare per chiedere aiuto e supporto per intraprendere questa iniziativa. Per questo nasce PROMOGAS APS: è d’aiuto sia ai G.A.S. già costituiti, in quanto automatizza molti dei loro compiti, sia a quanti vogliono iniziare, perché diamo tutto il supporto necessario.
Chiunque può aprire un G.A.S. o sono necessarie competenze specifiche?
Bisogna essere disposti a mettersi in gioco, sapendo che gestire un G.A.S. richiede un certo impegno (di tempo), ma ne vale sicuramente la pena. In ogni caso, le mansioni sono generalmente divise all’interno del Gruppo, quindi il carico individuale diventa minimo. Quindi davvero chiunque può aprire un G.A.S., che sia un giovane, anziano, studente, lavoratore o pensionato.