Chi è responsabile del controllo sui green pass nei posti di lavoro? Quali categorie di lavoratori sono sottoposti al controllo? Quali sanzioni rischiano datore di lavoro e dipendente? Da quando, lo scorso 15 ottobre, è entrato in vigore l’obbligo del green pass per i lavoratori le domande sui controlli si sono moltiplicate. Vediamo cosa risponde il governo.
Controllo dei green pass sul posto di lavoro: come funziona
La Presidenza del Consiglio dei Ministri ha dedicato una pagina del suo sito istituzionale alle FAQ per fare chiarezza su come controllare il green pass al lavoro. Le abbiamo riassunte.
- Partiamo col dire che ogni azienda o amministrazione può seguire le procedure di controllo che ritiene più opportune.
- Tali procedure devono garantire il rispetto della privacy, possono essere eseguite anche a campione e preferibilmente essere effettuate al momento dell’ingresso purché non rallentino la fase di ingresso al lavoro.
- Nelle pubbliche amministrazioni, ove non sia possibile fare i controlli all’ingresso, è indispensabile procedere entro la parte antimeridiana della giornata.
- Se si effettuano controlli a campione la percentuale minima è del 20% del personale in servizio con un meccanismo di rotazione che assicuri una copertura totale nel tempo.
- I datori di lavoro pubblici e privati potranno contare sull’aiuto di strumenti elettronici come l’App “Verifica C19”, l’integrazione del sistema di lettura a Qr code nei sistemi di ingresso dipendenti, specifiche funzionalità della piattaforma NoiPA per la pubblica amministrazione. Il datore di lavoro può richiedere il green pass anche in anticipo qualora il lavoro sia sottoposto a turnazioni da organizzare preventivamente.
Quali lavoratori sono esentati dall’obbligo di controllo
I dipendenti che non si possono vaccinare per motivi di salute avranno un certificato apposito con relativo QR Code; quelli in attesa di ricevere il green pass possono esibire il certificato provvisorio rilasciato dalla struttura che ha erogato la vaccinazione. Nel caso di lavoratori presso società di somministrazione, come addetti alle mense o alle pulizie, i controlli raddoppiano. Saranno responsabili del controllo sia il datore di lavoro dell’azienda di somministrazione, sia il datore dell’azienda presso la quale viene erogata la somministrazione. Quest’ultima ha l’obbligo di controllare la certificazione verde anche dei lavoratori autonomi che svolgono la loro attività lavorativa presso aziende. Se il green pass scade durante l’orario lavorativo non è necessario lasciare il posto di lavoro.
Badanti e parrucchieri
Il green pass va richiesto anche ai lavoratori stranieri che operano in Italia. Il caso specifico riguarda, tra gli altri, quello delle badanti le quali, se sprovviste di green pass, devono anche lasciare la casa del loro assistito. Esentati dall’obbligo di controllo i parrucchieri nei confronti delle loro clienti (e viceversa una cliente non può richiedere la certificazione al parrucchiere) e i tassisti. L’azienda può essere a sua volta controllata, sul green pass, dall’Ispettorato del Lavoro e dalle Asl e, in caso di irregolarità, rischia una sanzione che va dai 400 ai 1000 euro. La certificazione verde è richiesta anche se il lavoro si svolge all’aperto e non costituisce il superamento delle norme di sicurezza come l’uso delle mascherine o il distanziamento, ma un ulteriore protocollo.
In copertina foto di Malachi Witt da Pixabay