C’era una volta il Green Pass le mense e i sindacati, cioè, c’era una volta il sindacalismo serio e le battaglie di civiltà mentre ora ci si accapiglia sul certificato verde e la sua applicazione. Attenzione, guardiamoci bene dal chiamarle trattative e posizioni sindacali perché il buon Di Vittorio e tutta la discendenza sindacale di varia estrazione a lui seguita negli anni sarà costretta alle montagne russe nei propri giacigli eterni.
Maurizio Landini, sindacalista di lungo corso e di grandissima esperienza, con alle spalle anni di battaglie a partire dal mondo metalmeccanico oggi si è impelagato in alcune uscite che definire per lo meno discutibili è poco:
“Consideriamo un errore pensare che le mense aziendali siano equiparabili ai ristoranti”
E’ una posizione che strizza in maniera lampante l’occhio a chi ha deciso di sottrarsi alla vaccinazione accampando scuse. Le successive precisazioni non fanno altro che ingarbugliare i pensieri e trovare solo surrettiziamente la colpa in testa ad altri, prassi molto nota e molto adoperata in tutto l’italico stivale.
“Voglio essere chiaro, noi siamo perché le persone si vaccinino, anzi la vera discussione che nel nostro Paese si dovrebbe fare è un’altra. Come prevede la Costituzione di fronte a un’emergenza sanitaria di questa natura, è necessario un provvedimento su un trattamento sanitario che diventi obbligatorio. Ma di questo si devono assumere la responsabilità il governo e il Parlamento”.
Green Pass, mense e sindacati: contraddizioni
Dunque, da un lato no Green Pass e dall’altro “siamo perché le persone si vaccinino“. Ora, però, poiché il Green Pass significa in massima parte essere vaccinati cosa significa la presa di posizione di Landini e della CGIL seguita poi anche, più o meno, dalle altre sigle? Vaccinatevi, prendete il Green Pass ma poi conservatelo che non serve a nulla?
La battaglia del sindacato non dovrebbe essere piuttosto quella del vaccino a tutti nei luoghi di lavoro? La presunta discriminazione operata dal Green Pass non è, per caso, una scusa a bella posta pur di dire “ci siamo anche noi”?
Landini stesso richiama la Costituzione laddove prevede l’uguaglianza di trattamento senza alcuna discriminazione ma lascia perdere la stessa Carta negli articoli dove sancisce il diritto alla salute pubblica e la sua supremazia su ogni altro diritto derivato. Fare sfoggio di conoscenza legislativa spuria senza la conoscenza che alcuni giuristi insigni hanno sempre definito la Costituzione Reale diventa solo un esercizio dialettico.
C’è assolutamente da condividere il richiamo di Maurizio Landini all’uniformità di giudizio e comportamento in ogni luogo pubblico. Magari, noi aggiungiamo, anche alla capacità governativa di sancire l’obbligo vaccinale senza più nascondersi dietro il proverbiale dito.
Proprio in base al criterio dell’eguaglianza una mensa non potrà mai essere diversa da un ristorante, anzi diremo di più se si accettasse che sul posto di lavoro tutti devono essere vaccinati – così come a scuola o nella sanità – la problematica del Green Pass svanirebbe di colpo perché le mense sono ristoranti con pubblico fisso e predeterminato proprio come gli utenti della scuola.
Green Pass, mense e sindacati: scuse o realtà?
Accampare scusanti ridicole come quelle dei gestori delle mense o dei responsabili scolastici del tipo: “chi controlla ogni mattino il Green Pass” è palesemente solo un non problema.
Se in una scuola entrano sempre gli stessi studenti e gli stessi insegnanti e gli stessi operatori amministrativi e non il Green Pass va presentato una sola volta ad inizio anno il resto è prevenzione quotidiana con misurazione temperatura e tutti gli altri step previsti dal protocollo.
Crediamo fortemente nell’opera del sindacato sia storicamente sia nell’attualità e crediamo che se l’Italia ha fatto tanti passi di civiltà lo si deve alla storia sindacale delle forze socialiste, cattoliche e comuniste incarnate dalla triplice ma oggi ci pare sempre più attuale il passaggio di una storia raccontata in una canzone di qualche anno fa:
Gerardo nuvola ‘e povere – Enzo Avitabile – 2012
Ce stevano na vota è comunisti,
è sindacati cà facevano ò riest;
mo è n’alleanza a tradimento,
na politica cà non porta a niente.
Progett è miliardi inesistenti,
tasse a coppa a tasse n’coppa è spalle d’à ggente,
mistificazione e contraddizione,
l’urna pronta p’à cremazione