La recente “moda” dei Green Pass falsi ha preso piede anche in Italia ed alcuni giorni fa ha portato all’arresto di un “hacker” del Lazio di 17 anni che faceva da tramite con un gruppo criminale russo.
Green Pass falsi in Italia, le truffe online
Pagare un certificato gratuito. Quello che sembra il più grosso controsenso del secolo è purtroppo una realtà fortissima su internet. Piattaforme come Telegram sono piene di canali e gruppi che garantiscono l’emissione del certificato verde a “comode” cifre che partono dai 150 euro. Basta un messaggio ed il proprio documento d’identità in barba ad ogni controindicazione sulla privacy.
Chi promette il servizio poi crea un falso Green Pass che in realtà ha la stessa validità della carta bagnata visto che non è in grado di superare alcun controllo con scanner QR. Ricevere un documento falso, comunque, significa comunque avere qualcosa in cambio da questa scellerata compravendita visto che nel 90% dei casi non si avrà nulla.
Le minacce e nuovi ricatti
Cosa si fa, quindi? Si passa ad una altrettanto idea geniale ovvero quella di minacciare coloro i quali hai pagato ma soprattutto dato i tuoi documenti personali. La risposta sarà una ovvia mediazione ed invece no. Proprio quei documenti “saggiamente” inviati alle persone meno raccomandabili possibili non solo si terranno i soldi ma minacceranno altre azioni a tuo nome non proprio legali. Il tutto potrà essere facilmente evitato dietro… un altro pagamento!
Questa è stata la situazione che si è palesata davanti ad una giovane modella genovese che voleva continuare ad andare in palestra usando un green pass falso. Pagati i 150 euro di rito, la modella non ha ricevuto il certificato ed è stata minacciata nuovamente dopo le sue lamentele. La ragazza ha poi deciso di andare al Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni ‘Liguria’ di Genova.
Il 17enne “hacker”
La Polizia Postale dopo lunghe indagini è riuscita a risalire a chi su Telegram gestiva i più grandi gruppi dove persone in cerca di Green Pass falsi entravano in contatto con i falsificatori. Chi cedeva i propri documenti personali si ritrovava poi aperto a suo nome conti online, carte di credito se non peggio.
Chi alla fine è stato arrestato? Un giovane 17enne del Lazio che a suon di “clienti” era riuscito in poche settimane a guadagnare in modo illecito oltre 20mila euro. Cifra che veniva in parte reinvestita in criptovalute per nuovi e maggiori guadagni ed in parte spesa per tecnologie all’ultimo grido e vestiti griffati. L’irruzione a casa della Polizia Postale ha scosso soprattutto i genitori del ragazzo che non sospettavano nulla tanto da credere che i recenti enormi guadagni del figlio arrivassero da un videogioco di sua creazione.