Come si dice? Anno nuovo, vita nuova? Il mondo del lavoro in questi primissimi mesi dell’anno vede riproporsi il fenomeno delle Great Resignation ovvero le Grandi Dimissioni. Un settore che non esula da questo fenomeno è quello della tecnologia e a confermarlo sono i professionisti di un ecosistema simbolo del mondo tecnologico: gli sviluppatori di software.
Great Resignation: un fenomeno… ciclico
Negli ultimi anni e soprattutto dopo la pandemia abbiamo assistito ad un fenomeno in veloce aumento anche in Italia che prende il nome di “Great Resignation” (Grandi Dimissioni). Il termine fa riferimento ad una situazione che, stando alle rilevazioni del Ministero del Lavoro, ha portato a più di 2 milioni di dimissioni già nel 2021 e che interessa i lavoratori dipendenti con contratti a tempo determinato e indeterminato.
In seguito è stato coniato anche il termine Job Hopping che definisce il fenomeno sempre più frequente di saltare da un lavoro all’altro, simbolo della rivoluzione culturale del nostro tempo che si contrappone all’idea ormai passata di dedicare tutta la vita ad un solo lavoro.
Intervista a Davide Leoncino, co-founder e responsabile marketing di BitBoss
Il momento della nostra intervista vede come protagonista Davide Leoncino, co-founder e responsabile marketing di BitBoss. Sono proprio loro che hanno realizzato uno studio molto importante sull’argomento Great Resignation dal titolo: “The State of Software Development in Italy“.
Cos’è BitBoss?
Nata nel 2018, BitBoss è una startup innovativa incubata in I3P, l’incubatore delle imprese innovative del Politecnico di Torino. BitBoss supporta startup e imprese tradizionali nello sviluppo di software e prodotti digitali in grado di crescere ed evolversi nel tempo, fornendo non solo prodotti ma anche know-how in ambito software e tecnologico, oltre che consulenza tecnica in merito alle decisioni aziendali in ambito software. BitBoss collabora ogni giorno da remoto con una rete di developer attivi da tutta Italia per comporre, insieme alle figure interne, il team perfetto per ogni progetto.
Qual è il dato più importante emerso dal vostro ultimo studio?
3 developer su 4 sarebbero intenzionati o ben disposti a cambiare il proprio posto di lavoro, nel momento in cui dovessero emergere nuove opportunità. Il 31,7% dei developer dipendenti con un regolare contratto di lavoro sarebbe infatti alla ricerca attiva di un posto di lavoro più in linea con le proprie aspettative, mentre il 42,7% si dice aperto ad ogni opportunità che possa portare un miglioramento alla propria vita professionale.
In particolare se ci concentriamo sulla cosiddetta Generazione Z, ovvero sugli sviluppatori dipendenti di età pari o inferiore a 25 anni, il 60,9% ha dichiarato di essere intenzionato a rivedere in qualche modo la propria attuale vita professionale reinventandosi come freelance, imprenditore o semplicemente cambiando azienda. Solo il 6,5% dichiara di non avere l’intenzione di spostarsi dall’attuale luogo di lavoro nel prossimo futuro.
Cosa cercano quindi gli sviluppatori e quali sono le condizioni che potrebbero spingerli a dare una svolta alla propria carriera?
Il 76,7% degli sviluppatori dipendenti sarebbe disposto a cambiare posto di lavoro se venisse loro offerto uno stipendio più alto, mentre per il 45% le maggiori opportunità di un avanzamento di carriera rappresenterebbero un fattore fondamentale nella scelta. Dalla nostra ricerca emerge, inoltre, come il 95,9% degli sviluppatori ritenga, nell’eventualità di abbandonare il proprio posto di lavoro, di avere tutte le competenze necessarie per riadattarsi e per riuscire a trovare una nuova occupazione in breve tempo, anche mettendo in conto un periodo di formazione o di aggiornamento.
Qual è il rapporto delle aziende nostrane con l’innovazione?
È necessario che le aziende capiscano quali sono i fattori fondamentali che spingono gli sviluppatori a prediligere un posto di lavoro piuttosto che un altro. Non si tratta solamente di una questione economica, ma di garantire una certa flessibilità lavorativa, team di lavoro adeguati e il giusto grado di innovazione. È necessario sviluppare la cultura dell’innovazione all’interno delle aziende italiane. Cultura che dovrebbe partire dai vertici e propagarsi a cascata fino alla base della piramide aziendale. È necessario entrare nell’ottica che l’innovazione tecnologica e digitale rappresenta un investimento che lascia un segno positivo a lungo termine, in grado di dare alle aziende un vantaggio competitivo nei confronti della concorrenza e che l’investimento in innovazione non è mai uno spreco di risorse.