Grandi marchi della moda sotto la lente dell’Antitrust. L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato un’istruttoria nei confronti di alcune società affiliate alle prestigiose maison Armani e Dior. Questa iniziativa, volta come sempre a verificare eventuali violazioni del Codice del Consumo, è stata intrapresa a seguito delle approfondite indagini condotte dalla Procura di Milano su diversi fornitori che collaborano con le due rinomate case di moda.
Grandi marchi moda: dalle inchieste giudiziare…
La Procura di Milano ha avviato una serie di indagini che, il mese scorso, hanno portato i magistrati competenti a mettere in amministrazione controllata la Manufactures Dior. Erano, infatti, emersi presunti episodi di sfruttamento dei lavoratori fino al caporalato nelle fabbriche dei fornitori italiani del marchio francese. Episodi che la società operativa del ramo italiano della maison di Lvmh non sarebbe stato in grado di prevenire.
Alcuni controlli avevano evidenziato che i lavoratori erano impiegati in turni lunghissimi, fino a tarda ora, e spesso anche nei festivi. Alcuni lavoratori erano sprovvisti di regolare contratto e dormivano all’interno dell’azienda, altri ancora erano addirittura stranieri senza permesso di soggiorno.
Per le stesse motivazioni, era stato disposto il commissariamento anche per la Armani corporation.
… all’istruttoria dell’Antitrust
A un mese dall’adozione dei provvedimenti giudiziari, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha deciso di avviare un’istruttoria nei confronti delle società italiane appartenenti ai gruppi Dior e Armani. L’accusa mossa contro questi due grandi gruppi riguarda la discrepanza tra l’eccellenza proclamata nelle loro produzioni e le effettive condizioni di lavoro dei loro fornitori. Questa divergenza risulta in contrasto con le norme stabilite dal Codice del Consumo. Entrambe le maison hanno dichiarato piena disponibilità nei confronti delle autorità ed espresso ottimismo per una risoluzione positiva della vicenda.
Moda e sostenibilità
Ciò nonostante la macchia nera è schizzata sul settore moda e rischia di allargarsi. I controlli e le inchieste potrebbero infatti riguardare ben presto anche altri brand di moda. Se tali controlli dovessero confermare i sospetti, la reputazione dei due prestigiosi brand ne uscirebbe molto danneggiata. Tra i loro punti di forza, infatti, c’è non solo la qualità dei prodotti ma anche l’impegno sul versante della sostenibilità intesa a tutto campo.
C’è poi da riflettere sugli alti prezzi che i prodotti artigianali di tali brand che non si conciliano con costi di lavorazione notevolmente abbattuti.