Si è concluso il convegno nazionale “Gran Caffè Italia” a Napoli al Museo Pignatelli, splendida dimora nobiliare che ha accolto egregiamente operatori del comparto, promosso dal Comitato Italiano del Caffè, ente che rappresenta l’industria del caffè nel nostro Paese. Numerosissimi i temi trattati per un comparto che si registra sano grazie a un prodotto pro/motore di economia e di sviluppo, ma anche grazie alle numerose possibilità economiche offerte dal settore, fino alla cultura del caffe come Intrattenimento.
“Visto il successo di questo primo convegno a Napoli, sono certo che seguiranno altri incontri fattivi perché il comparto abbia giusta risonanza dal momento che il caffè rappresenta una risorsa economica straordinaria per il nostro Paese, e le dimensioni economiche ce lo confermano” – ha dichiarato Mario Cerutti, Presidente del Comitato Italiano Caffè, che, con Patrick Hoffer e Gianni Forni, rispettivamente Presidente del Consorzio Promozione Caffè e Segretario del CIC, ha dato vita ad una Conversazione sul tema, e che ha sottolineato come sia cresciuto il business che nel 2016 secondo i dati Istat raggiunge un volume di importazione pari a 9,5 milioni di sacchi per un totale di 570 milioni di chili, con un dato straordinario relativo all’incremento del 14% circa delle esportazioni di prodotto finito; nel 2016 più del 40% della materia prima importata è stata riesportata come prodotto finito a riprova di quanto il caffè italiano sia apprezzato nei mercati mondiali e della vitalità del nostro settore.
A condurre gli inteventi tecnici e culturali sul caffè, passando dai momenti musicali a quelli degustativi il giornalista e event manager Ciro Cacciola, che con leggerezza qualità e quantità di argomenti, ha portato avanti un convegno come momento di incontro per celebrare una tra le più amate bevande italiane ma anche per mettere a fattor comune esperienze e storie di successo che hanno confermato il nostro Paese protagonista di primo piano nel mercato del caffè a livello mondiale.
Così hanno partecipato esperti di marketing, appassionati imprenditori, giornalisti, docenti universitari, comunicatori, creativi e scrittori svelando il segreto (o i segreti) del fascino del caffè, e le ragioni di un così crescente successo.
Hanno portato i loro preziosi contributi al convegno (o.a.): Massimo Andrei, Autore e Regista; Dario Ciarlantini, Master Barista, Barmanager, Authorised Trainer SCA (Specialty Coffee Association); Maurizio Giuli, Presidente dell’Associazione Ucimac – Costruttori Italiani di Macchine per Caffè Espresso; Andrej Godina, Dottore di Ricerca in Scienza, Tecnologia ed Economia nell’Industria del Caffè, nonché Authorised Trainer SCA (Specialty Coffee Association) e Presidente Umami Area; Marino Niola, Docente di Antropologia dei Simboli, Antropologia delle arti e della performance e Miti e riti della gastronomia contemporanea all’Università degli Studi di Napoli Suor Orsola Benincasa; Maria Carmela Ostillio, Professore di Marketing e Direttore della Brand Academy in SDA Bocconi School of management – Milano; Denise Pagano, Direttore del Museo Pignatelli; Alberto Ritieni, Ordinario di Chimica degli Alimenti, Dipartimento di Farmacia dell’Università di Napoli “Federico II”.
E per finire considerando che il caffè è anche cultura ed elemento integrante della storia alimentare, l’antropologo Marino Niola relatore al convegno sottolinea “Il caffè è un rito sociale, un simbolo indentitario. E l’associazione tra Italia e caffè è diventata un algoritmo del Made in Italy, un’icona glocal. A Sidney, come a New York, a Rio come a Shangai ogni volta che si beve un espresso, si fa circolare un po’ di Italia nelle vene del mondo“.