Ventuno artisti nati tra gli anni Settanta e Ottanta sono i protagonisti di Graffiare il presente, la nuova mostra organizzata da Casa Testori dal 1 dicembre 2018 al 20 gennaio 2019. Il progetto raccoglie una selezione di lavori di particolare intensità realizzati nel corso del 2018 che incarnano la sfida che ciascun artista vive, ogni giorno, rispetto al proprio tempo e alla propria condizione esistenziale.
Curata da Daniele Capra e Giuseppe Frangi, l’esposizione presenta circa trenta opere pittoriche, molte delle quali di grandi dimensioni, di artisti la cui ricerca è caratterizzata da una spiccata tendenza interrogativa e dalla necessità interiore di incidere il presente, per sua intrinseca natura informe, liquido e impenetrabile.
La mostra muove dall’idea che vi siano opere che hanno nelle loro ragioni programmatiche più profonde il desiderio di dare degli strumenti di comprensione, di carattere critico e militante, per interpretare la realtà che ci circonda, per arginarla o agire in essa, in opposizione all’idea rassicurante, ma sterile, di suggerire allo spettatore un luogo defilato al riparo dalle contaminazioni del mondo. A partire da questa necessità di insinuarsi attivamente nel nostro tempo, Graffiare il presente presenta delle opere realizzate dagli artisti durante l’ultimo anno che mirano a essere mattoni in grado di reggere il proprio e l’altrui peso, capaci di lottare per non scivolare nell’indistinto che fagocita ogni cosa in un tempo brevissimo. Tali lavori sono così strumenti di pensiero, tesi e teoremi – sia visivi che filosofici – in grado di sostenere la suggestione dell’utopia, l’ambizione a significare e il proposito di resistere alle tensioni del tempo futuro.
La mostra si propone inoltre di verificare come la scelta e la pratica del medium pittorico vadano ben oltre la sua supposta autoreferenzialità, oltre le cure rivolte esclusivamente agli aspetti linguistico-stilistici o un’improduttiva forma di intimismo espressivo. I lavori di particolare intensità di Graffiare il presente dimostrano come, per una generazione di artisti, la pratica pittorica nasca da esigenze di perseguimento di obbiettivi intellettuali significativi, come missione estetica, esistenziale o politica. Rifuggendo in ogni modo l’assertiva e rappacificante ripetizione della propria identità, il rassicurante ed inconcludente esercizio dell’arte come decorazione o didascalica addizione al mondo, la mostra rappresenta un tentativo anarchico di cogliere i più significativi sforzi di resistere e non dissolversi nella rapida mollezza della contemporaneità.
La mostra è corredata da un catalogo, che sarà presentato nel mese di gennaio, che raccoglie le foto delle opere negli spazi di Casa Testori e i testi dei curatori.