Sinistra Italiana e Fratelli d’Italia, alias i due partiti che rispettivamente aprono e chiudono il ventaglio dei partiti politici in Italia, condividono la stessa linea di opposizione al governo Draghi. Il movimento 5 Stelle, che ha fatto del superamento della vecchia politica la sua bandiera, si trova a un delicato bivio, accettare o meno di governare insieme al partito di Berlusconi. La Lega attua la svolta europeista e solidale. E’ in questo scenario che il governo Draghi si avvia al voto di fiducia, sia alla Camera che al Senato, dopo il giuramento di sabato 13 febbraio.
Governo Draghi: a quando il voto di fiducia
Nella mattinata di domani, 17 febbraio, Mario Draghi pronuncerà il suo discorso programmatico al Senato. Con tutta probabilità sarà incentrato sui temi che rappresentano le urgenze del Paese: la scuola, la campagna vaccinale e il Recovery Plan. Al termine si procederà col voto di fiducia. Giovedì 18 febbraio sarà la volta della Camera. Una volta incassata la fiducia, potrà iniziare il lavoro vero e proprio di questo nuovo governo. Secondo le previsioni sarà una fiducia molto ampia, forse la più ampia nella storia della Repubblica e questo nonostante in alcuni partiti ci sia un grande fermento interno.
Sarò chiara. Non c'è alcuna possibilità di una partecipazione o un sostegno da parte di @FratellidItalia al governo Draghi. Gli italiani hanno il diritto di votare. Continuiamo a lavorare per tenere il Centrodestra unito e portare gli italiani alle elezioni. Fatevene una ragione. pic.twitter.com/0jqtXwvnhq
— Giorgia Meloni ?? ن (@GiorgiaMeloni) February 3, 2021
La destra italiana
L’unico partito che fin dal principio si è tirata fuori dalla fiducia al governo Draghi è stato Fratelli d’Italia. Ora che la squadra di governo è diventata ufficiale, Giorgia Meloni ha ribadito il suo no a un governo che ricalca in gran parte quello guidato da Giuseppe Conte. Una scelta netta che non manca di scaltrezza e lungimiranza politica. Di tutt’altro tenore, invece, la posizione della Lega che ha ottenuto tre ministeri: quello dello Sviluppo economico per Giorgetti, il Turismo a Garavaglia e il tanto discusso ministero delle Disabilità a Stefani. Tre nomi che vogliono dare un volto nuovo a un partito divisivo per scelta. Nella compagine di governo torna anche Forza Italia che ha ottenuto anch’esso tre ministeri: Pubblica Amministrazione (Brunetta), Affari Regionali (Gelmini) e Sud e Coesione (Carfagna). La recente riapparizione del Cavaliere, ancora provato dal Covid, testimonia l’impegno del suo partito a sostegno del nuovo governo.
I malumori di M5S e Sinistra Italiana
Ed è proprio Silvio la pietra dello scandalo che sta animando un profondo dibattito interno al Movimento 5 Stelle. Mai con Forza Italia, al bando la vecchia politica, i “Puristi” del movimento invocano una nuova votazione sulla piattaforma Rousseau pena il voto contrario o l’astensione sulla fiducia. Intanto il PD è impegnato ad assicurare al suo partito una cospicua rappresentanza femminile. Zingaretti ha, infatti, annunciato che proporrà tutte donne nel ruolo di sottosegretario. Il no di Sinistra Italiana al governo Draghi e l’impegno nel rafforzare l’alleanza con i partiti di sinistra danno la cifra della politica che Fratoianni seguirà nei prossimi mesi. Anche questa potremmo definirla una scelta di lungimiranza come quella di Fratelli d’Italia. Saranno queste le forze che alle prossime elezioni si ritroveranno davvero a contendersi i consensi dei cittadini? Tornerà il tempo di scelte ideologiche?