Gomorra, tre storie di malavita e di redenzione. Presentazione a Napoli del libro “Cuorineri” di Simona Pino d’Astore, il 6 maggio 2019 alla Libreria Raffaello.
Intervengono con l’autrice, in via Kerbaker 35, alle ore 17,30, la criminologa Antonella Formicola; il professor Cesare Cilvini, Presidente dell’Accademia A.U.G.E.; i personaggi principali del libro Luigi Patisso detto Il Direttore; Franco Altavilla detto 14; Luigi Narcisi detto Il Pazzo.
Nel romanzo-inchiesta Cuorineri, l’autrice Simona Pino d’Astore racconta che, se si nasce in un posto dove la battaglia quotidiana per sopravvivere è ormai sfociata in una guerra, non si è più bambini, non ci si può permettere di avere un’anima. Si è solo una vittima ignara di altre vittime, si è condannati, anche se ancora non lo si sa. Eppure, la via della redenzione può essere meno lontana di quanto si pensi.
Sullo sfondo di una Brindisi che rappresenta simbolicamente una qualunque area urbana del mondo, deturpata dal contrabbando, dallo spaccio e dalla corruzione, s’intrecciano le vicende di Franco Altavilla, Luigi Narcisi e Luigi Patisso.
Tre nomi reali, tre storie vere segnate da rapine, omicidi, reati penali scontati in carcere per conto di una criminalità organizzata che all’inizio sembrava l’unica strada da percorrere per i tre uomini.
“Questi personaggi, che ad uno sguardo meno attento, appaiono solo come coperti da una corazza di illegalità, sono invece persone provviste di sentimenti, che hanno sofferto e pagato spesso a caro prezzo quanto commesso e pure quanto non commesso e che poi hanno scelto la via della redenzione per dimostrare a tutti che il cambiamento è possibile”, insiste l’autrice brindisina.
A pubblicare il volume è un editore napoletano, Pietro Graus che, sensibile all’argomento, lo inserisce nella collana Black Line della Graus Edizioni, euro 15, pagine 175. Il libro si presenta a Napoli il 6 maggio 2019 alla Libreria Raffaello di via Kerbaker 35, alle ore 17,30. Intervengono, con l’autrice, la criminologa Antonella Formicola; il professor Cesare Cilvini, Presidente dell’Accademia A.U.G.E.; i personaggi principali del libro Luigi Patisso detto Il Direttore; Franco Altavilla detto 14; Luigi Narcisi detto Il Pazzo.
“Questo romanzo l’ho scritto basandomi sulle interviste fatte a Patisso, ad Altavilla e a Narcisi, i quali mi hanno rivelato la loro vera storia che io ho poi intrecciato ad uno scenario noto nel mio territorio, incrociandola con varie altre storie di personalità inventate, ma comunque ispirate a fatti reali degli ultimi 30 anni a Brindisi e dintorni, e che potrebbero essere intese come aree urbane di qualunque parte del pianeta”, spiega Simona Pino d’Astore.
Il romanzo sottolinea come diventare professionisti del malaffare sia l’inevitabile conseguenza di un’infanzia dominata dalla povertà e dalla privazione, da genitori anaffettivi o da violenze domestiche; di un’adolescenza in cui l’ossessione di arricchirsi diventa un bisogno impellente, così come la necessità di emergere nel ruolo di leader.
Agli occhi dei tre bambini, poi divenuti adulti, quindi, la vita del mafioso appare come una chiave d’accesso all’agiatezza e alla gloria a cui hanno sempre aspirato.
“Cuorineri ha lo scopo sociale di far comprendere che un cambiamento ci può essere anche quando gli uomini si vedono come condannati ad una dannazione eterna”, continua l’autrice. “Tale cambiamento ovviamente non passa, in questo caso, attraverso il pentitismo come molto spesso è accaduto negli ultimi anni, dove pentirsi significa denunciare altri solo per avere uno sconto di pena. In questo caso si tratta di uomini che non hanno né chiesto né avuto sconti di pena, ma che vogliono dimostrare con il loro comportamento che per tutti è possibile modificare il percorso di vita in meglio, dopo aver pagato pienamente per i propri errori”.
Così, quello stesso stile esistenziale, ardentemente desiderato, dopo aver condotto i tre personaggi del malaffare a sacrifici sempre più grandi come la perdita della salute, degli affetti, dell’integrità morale, ha portato finalmente al bisogno di un cambiamento di rotta nuovo verso il futuro e verso un monito collettivo rivolto al bene.
“Quello che mi aspetto da questa pubblicazione è la comprensione del messaggio che vogliamo lanciare. Esiste una luce per tutti, la luce del cambiamento e non c’è tunnel tanto lungo da poter impedire che quest’ultimo avvenga”, conclude Simona Pino d’Astore.