Johann Wolfgang von Goethe, celebre scrittore tedesco e una delle figure più influenti della letteratura mondiale, ha lasciato un’impronta indelebile nella cultura europea non solo attraverso le sue opere, ma anche grazie ai suoi resoconti di viaggio. Tra queste, una tappa fondamentale è Napoli, una città che lo conquistò con la sua vivacità, bellezza naturale e cultura millenaria.
Nel suo celebre diario “Viaggio in Italia”, scritto tra il 1786 e il 1788, Goethe racconta con passione il suo soggiorno nel Sud della penisola, descrivendo Napoli come un luogo che risveglia i sensi e l’anima. Il poeta giunse in città nell’inverno del 1787, attratto dalla fama della sua bellezza naturale e dall’intensità della vita quotidiana. Ciò che trovò superò di gran lunga le sue aspettative.
Il caos armonioso di Napoli
Napoli, per Goethe, era una città che racchiudeva una vitalità ineguagliabile. Era il caos organizzato di una metropoli in cui regnava una particolare forma di ordine. Goethe era affascinato dalle strade affollate, dai venditori ambulanti che urlavano le proprie merci, dai bambini che giocavano per le strade e dall’intenso traffico umano che sembrava scorrere in una sorta di armonia caotica.
Nel suo diario, scrisse: “Qui si vive in una sorta di perpetuo stato di festa. Ogni strada, ogni vicolo è teatro di vita, e l’allegria del popolo napoletano non conosce freni”. Napoli appariva ai suoi occhi come un mosaico di colori, suoni e odori che si mescolavano insieme in una danza incessante.
Il Vesuvio e la forza della natura
Uno dei momenti più intensi del soggiorno napoletano di Goethe fu la sua visita al Vesuvio. Il vulcano, con la sua imponenza e pericolosità, lo colpì profondamente. L’eruzione del Vesuvio era, per Goethe, una rappresentazione potente della forza della natura e della fragilità dell’uomo di fronte ad essa. Descrisse l’esperienza come “terribile e affascinante allo stesso tempo”, riconoscendo nella natura una forza primordiale e incontrollabile che l’uomo poteva solo osservare e, con umiltà, rispettare.
La vista di Napoli dal Vesuvio, con il mare che si apriva davanti ai suoi occhi e la città che si stendeva ai suoi piedi, lo riempì di stupore. Goethe comprese in quel momento l’importanza di Napoli non solo come città storica, ma come simbolo di una natura che convive con la civiltà in modo unico.
Il popolo napoletano
Una delle osservazioni più note di Goethe riguarda il carattere del popolo napoletano. Il poeta era colpito dalla gioia di vivere dei napoletani, dal loro spirito leggero, dal modo in cui affrontavano le difficoltà con una serenità disarmante. In un passaggio del suo diario, scrisse: “Qui si impara che la felicità non risiede nelle ricchezze o nel potere, ma nella capacità di vivere il momento presente, senza troppe preoccupazioni per il domani”.
Per Goethe, i napoletani incarnavano una saggezza antica, un modo di vivere che trovava la sua forza nella semplicità e nella capacità di godere delle piccole cose. Questo atteggiamento era, per lui, un antidoto contro le ansie e le pressioni della vita moderna.
L’eredità del viaggio
Il soggiorno a Napoli ebbe un profondo impatto su Goethe e sulla sua visione del mondo. Napoli rappresentava un mondo diverso rispetto alla Germania, un luogo in cui la vita si svolgeva secondo ritmi e logiche differenti. La città e i suoi abitanti lo ispirarono a riflettere su temi come la felicità, la natura e il rapporto dell’uomo con il tempo.
Attraverso i suoi scritti, Goethe ha lasciato un ritratto immortale di Napoli, una città che continua a sedurre viaggiatori di tutto il mondo. Il suo viaggio nel Sud Italia divenne un punto di riferimento per gli intellettuali europei, consolidando l’immagine di Napoli come un luogo di straordinaria bellezza e profonda umanità.
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