Stili di vita dei bambini in Italia, secondo Save the Children, 1 minore su 5 non svolge attività motorie nel tempo libero e 1 su 10 non le pratica regolarmente nemmeno a scuola. Sedentarietà e scarso tempo trascorso all’aria aperta i principali nemici della salute dei ragazzi: 63% di loro cammina meno di mezz’ora al giorno e quasi tre su cinque trascorrono in casa il tempo libero.
Diffusa oggi la nuova ricerca Ipsos ‘Lo stile di vita dei bambini e ragazzi italiani’ nell’ambito del progetto’Pronti, Partenza, Via!’, per la pratica motoria e l’educazione alimentare di bambini e adolescenti, promosso da Save the Children e Mondelez International Foundation, in collaborazione con Centro Sportivo Italiano (CSI) e Unione Italiana Sport Per tutti (UISP). In cinque anni sono 105.000 i minori e gli adulti che hanno beneficiato del progetto e 1.500 gli operatori coinvolti nelle 14 città italiane in cui è stato sviluppato.
Oltre un quinto dei bambini (23%) in Italia non svolge regolarmente attività motorie nel tempo libero e circa un minore su dieci non le pratica neppure in ambito scolastico (11%), per mancanza di spazi attrezzati o perché non previste nel programma scolastico. Tre ragazzi su cinque trascorrono il proprio tempo libero al chiuso, in casa, propria o di amici. Un ragazzo su cinque passa da una a due ore al giorno giocando con i videogame. Tra i genitori dei ragazzi che stanno a casa, uno su tre lo attribuisce alla mancanza di spazi all’aperto vicino a casa dove incontrare gli amici. Il 63% di loro cammina al massimo mezz’ora al giorno. L’83% dei genitori dichiara di conoscere le regole per una corretta alimentazione, ma il 38% dei ragazzi mangia quotidianamente davanti alla tv. Circa un minore su 10 non fa colazione a casa tutti i giorni.
Sono alcuni dei dati più significativi emersi dalla ricerca ‘Lo stile di vita dei bambini e dei ragazzi’ realizzata da IPSOS[1] per Save the Children – l’Organizzazione internazionale dedicata dal 1919 a proteggere i bambini in pericolo e tutelarne i diritti – e il Gruppo Mondel?z in Italia. Lo studio è stato presentato oggi in una conferenza stampa a Roma, in occasione dei cinque anni di ‘Pronti, Partenza, Via!‘, progetto promosso da Save the Children insieme a Mondel?z International Foundation nelle aree periferiche di 14 città italiane (Milano, Torino, Genova, Ancona, Bari, Sassari, Catania, Palermo, Aprilia, Napoli, Roma, Brindisi, Gioiosa Ionica e Scalea) a favore della pratica motoria e sportiva e dell’educazione alimentare dei bambini.
Il progetto, realizzato in partnership con il Centro Sportivo Italiano (CSI),l’Unione Italiana Sport Per tutti (UISP), e con il contributo di alcune organizzazioni territoriali (Associazione Antropos (Roma), Associazione Gianfrancesco Serio (Scalea), Associazione Don Milani (Gioiosa Ionica), ha coinvolto nel corso di questi cinque anni oltre 105.000 beneficiari tra bambini e genitori e più di 1.500 figure specializzate tra insegnanti, operatori e professionisti.
Il tempo libero dei ragazzi e delle famiglie: più tempo davanti ai videogame che con i genitori, cena in famiglia ma spesso col televisore acceso.
Fortemente limitato il tempo libero che i figli trascorrono con i propri genitori al di là dei pasti e senza guardare la tv: per il 36% dei ragazzi è meno di un’ora al giorno durante i giorni feriali (il dato in Puglia balza al 48%). Se il 12% dei bambini e ragazzi in Italia pranza abitualmente a casa solo (il 27% dei ragazzi pugliesi, seguiti dal 19% di quelli di Ancona), la cena rimane un forte momento di aggregazione: l’84% dei ragazzi intervistati dichiara di consumare il pasto serale in famiglia. Ma nel 38% dei casi la TV è ospite d’onore a tavola (il dato si abbassa al 26% a Milano e 34% ad Ancona) e, secondo quanto dichiarato dai ragazzi, nel 52% dei casi ai genitori va bene così, nel 41% dei casi borbottano ma si rassegnano, mentre un residuo 7% guarda la TV a pranzo o a cena quando i genitori non sono presenti.
Le famiglie trascorrono il tempo libero insieme principalmente facendo passeggiate (52%, che diventa 61 e 60% rispettivamente a Milano e Napoli), stando a casa (49%, ma 62% ad Ancona), al centro commerciale (46%, che arriva al 65% a Torino) o visitando nonni e parenti (44%, ben il 58% a Napoli). Nel tempo libero passato senza i genitori i ragazzi preferiscono ascoltare musica (52%), leggere (40%) o praticare un hobby (25%).
In base a quanto dichiarano i genitori, più di 6 ragazzi su 10 trascorrono il proprio tempo libero in casa (63%, che arriva all’89% a Catania), propria o di amici, molto spesso perché gli adulti di riferimento non hanno tempo di accompagnarli o supervisionarli fuori casa (35%). Ma anche la mancanza di luoghi pubblici adeguati allo svolgimento di attività all’aperto nella propria zona di residenza incide fortemente sulla scelta di passare il proprio tempo chiusi tra quattro mura: tra chi resta a casa infatti un terzo dei ragazzi lo fa perché non dispone di spazi pubblici vicino a casa dove incontrare gli amici, mentre un altro terzo lo fa perché questi spazi, seppur esistenti, non sono ritenuti sufficientemente puliti o sicuri. Se si considera il campione totale, e dunque anche chi passa il suo tempo libero fuori casa, la percentuale di chi sta a casa perché non esistono spazi di aggregazione è pari al 20%, mentre quella di chi sta a casa perché gli spazi esistono ma non sono ritenuti abbastanza puliti e sicuri è il 19%. Il dato sembra trovare conferma nel fatto che solo poco più della metà dei ragazzi ha nel proprio quartiere un giardino o un parco giochi (58% secondo i genitori, 55% secondo i ragazzi, con città come Palermo dove il dato scende al 29%), il 28% ha una palestra (16% a Catania) o una piazzetta senza macchine (valori su cui concordano sia genitori che ragazzi), o ancora una pista dove andare in bicicletta, sui pattini o fare skateboard (14%, con il picco in ribasso del 3% a Palermo). Ma anche i luoghi esistenti sono spesso in condizioni cattive o appena accettabili (lo dichiara ad esempio il 39% dei ragazzi e il 34% dei genitori in relazione ai parchi giochi o giardini presenti nel proprio quartiere). Per più di un ragazzo su 6 in Italia, non esiste alcuno spazio pubblico dove poter giocare, fare attività o incontrare amici (16%).
Ma cosa sognano i ragazzi per il proprio quartiere? In primo luogo vorrebbero piste ciclabili o spazi dove poter andare sui pattini o con lo skateboard (34%, che balza al 59% a Palermo) e poi parchi giochi immersi nel verde (31%, che diventa il 51% a Catania), con alberi, panchine e prati. Vorrebbero inoltre dei luoghi di divertimento e aggregazione, come i cinema multisala (27%, con picchi rispettivamente del 37, 36 e 35% a Roma, Ancona e Torino), e aree dove praticare attività sportive: dalle piscine (25%, dato in forte contrazione rispetto al 34% dell’anno precedente, ma che si mantiene pressoché invariato in città come Genova con il 33%), ai campi da calcio (16%, che a Palermo diventa 28%) e da basket (11%). Poco più di 1 su 6 sogna una piazzetta senza auto dove poter giocare e circolare liberamente (dato che diventa del 34% a Napoli e del 29% ad Ancona), ma esiste un 14% che sogna un fast food (21% a Roma) e un 13% che vorrebbe un centro commerciale (24% a Sassari).
Il poco tempo trascorso all’aperto si traduce anche nel fatto che i ragazzi passino molto del loro tempo davanti a uno schermo, tra Internet, videogame e TV. Un ragazzo su cinque dichiara di passare da una a due ore al giorno giocando con i videogame (34, 33 e 32% rispettivamente a Sassari, Napoli e Roma), mentre l’8% dedica addirittura più di due ore al giorno a quest’attività (17% a Sassari). Eppure l’attenzione dei genitori rispetto alla frequenza e all’uso che i loro figli fanno di media e nuove tecnologie non è sufficiente: solo il 67% di loro controlla quanto tempo i figli passano davanti alla TV o giocando ai videogame, un dato in diminuzione rispetto al 77% dello scorso anno. Situazione simile anche per l’uso di Internet: il 3% dei genitori dichiara di non sapere per quanto tempo i figli utilizzino la Rete (l’8% ad Ancona) e per quali finalità, nonostante i rischi insiti in un utilizzo incauto del web da parte di bambini e adolescenti. È però da sottolineare che il controllo dei genitori su Tv, videogiochi e soprattutto Internet varia molto al variare dell’età dei figli, diminuendo al crescere dei ragazzi: il 79% dei genitori di bambini fino ai 10 anni controlla la navigazione online del figlio, mentre ciò avviene solo per la metà dei genitori dei ragazzi tra i 14 e i 17 anni (51%).