Se sul nostro pianeta l’inquinamento aumenta anno dopo anno, lo stesso fortunatamente non può dirsi del resto dell’Universo.
Anzi: lo spazio sta diventando sempre più pulito, perché le galassie contengono meno polvere rispetto al passato.
È quanto afferma un gruppo internazionale di astronomi, che ha appena reso disponibile uno dei più dettagliati database sulla storia del cosmo.
Un risultato ottenuto grazie all’osservatorio spaziale Herscheldell’ESA, che per sette anni ha raccolto preziosissime informazioni scrutando il cielo nella lunghezza d’onda dell’infrarosso.
L’enorme catalogo, chiamato Astrophysical Terahertz Large Area Survey (ATLAS), rivela i segreti di oltre mezzo milione di galassie. Molte di queste sono così distanti che la loro luce arriva fino a noi mostrandoci come dovevano apparire circa 12 miliardi di anni fa, poco dopo il Big Bang.
È stato proprio questo “tuffo” nell’Universo primordiale a permettere ai ricercatori di ricostruire una porzione rilevante della storia del cosmo.
I risultati mostrano che in passato le stelle si formavano all’interno delle galassie molto più rapidamente rispetto a oggi: per questo producevano molta più polvere.
Ecco spiegata la maggiore pulizia dell’Universo, che attraverso il potente occhio di Herschel ci appare più libero di poverecosmica – quelle sottili particelle solide che occupano lo spazio interstellare.
Resta ancora da individuare gli “spazzini” dell’Universo, ovvero i meccanismi responsabili di questo rallentamento nella produzione stellare.
Per ora gli astronomi possono godersi questa straordinaria ricostruzione della storia del cosmo, che fornirà nuovi preziosi indizi per comprendere l’evoluzione delle galassie.
“L’aspetto più affascinante della nostra indagine – dice Elisabetta Valiante dell’Università di Cardiff e coordinatrice del progetto – è che copre quasi tutta la storia cosmica, dai sistemi più violenti di formazione stellare dell’Universo primordiale, che corrispondono a galassie ricche di polveri e gas, fino ai sistemi di stelle più recenti e vicini che possiamo osservare oggi”.