Cosa sono le rune
Gli Artonauti, l’album delle figurine sull’arte e le bellezze del mondo, ci accompagnano attraverso aneddoti e storie, nell’universo magico delle rune, l’antico alfabeto dei popoli germani. Le prime rune sulla pietra apparvero solo a partire dal II sec. d. C e raggiunsero la massima diffusione dall’antichità fino al Medioevo. Con l’invasione della Britannia tra il V e il VII sec. d.C da parte di altri popoli, l’alfabeto runico fu esteso, passando da 6 a 32 simboli e diffondendosi così in tutta Europa dal IX sec. d.C. I Vichinghi poi, le diffusero in Islanda e Groenlandia.
Con l’avvento del cristianesimo tra le popolazioni germaniche e la conseguente adozione dell’alfabeto latino per la trasmissione della cultura (fino a quel momento orale), le rune rimasero relegate al campo delle iscrizioni. Fino all’800 se n’è registrato l’uso in un villaggio isolato della campagna svedese anche se la popolazione lo usava soprattutto per le iscrizioni funerarie.
Sull’origine delle rune non tutti gli studiosi sono concordi anche perché, alcune di esse sembrano derivare da altri alfabeti come quello greco, romano ed etrusco. Le rune seguivano poche regole di scrittura: potevano essere scritte da destra verso sinistra e il simbolo speculare aveva lo stesso valore fonetico.
I primi sei caratteri componevano la parola “FUTHARK” che oggi utilizziamo per indicare le rune in generale.
La peculiarità delle rune era la grande quantità di linee dritte legate essenzialmente ad un’esigenza pratica: le lettere, infatti, venivano incise su superfici dure come la pietra, il legno o il metallo! Le prime incisioni ritrovate su ornamenti e oggetti in metallo erano molto brevi, perché solitamente utilizzate per indicare il nome del proprietario che aveva ricevuto o regalato il dono.
Le rune nascondevano davvero poteri magici?
Negli approfondimenti di “Tutto il Mondo”, l’album di figurine degli Artonauti, c’è uno spazio dedicato anche alle curiosità e agli approfondimenti. Nelle pagine dedicate all’Europa del Nord, gli Artonauti ci parlano delle rune e della loro funzione “magica”. Molti studiosi abbracciano l’ipotesi che l’uso di questo antico alfabeto avesse il potere di proteggere dal male e di prevedere il futuro, perché in realtà le sue lettere erano dei veri e propri simboli.
La magia runica era una magia connessa con i numeri. Ogni runa rappresentava un numero e ogni numero evocava un determinato spirito. Ad esempio, nelle antiche rune, la p era legato al numero magico 2 e si chiamava pauris “(cattivo) demone”, a era collegato al n. 3, si chiamava ansus “dio” ed era il numero del divino e quindi del bene. Ogni runa, cioè ogni lettera dell’alfabeto, inoltre, si chiamava con un nome che richiamava la lettera iniziale, ad esempio la “p” si chiamava parus, la lettera “a” si chiamava anus etc..).
Gli Artonauti, però, ci ricordano che nella letteratura nordica non si trova un riferimento a queste pratiche anche se ne parla Tacito in un suo racconto sulle abitudini dei germani.
Gli Artonauti ci raccontano rune: la leggenda di Odino
Come abbiamo accennato, non tutti gli studiosi concordano sull’origine delle rune, tuttavia secondo una leggenda scandinava, questo antico alfabeto sarebbe legato alla storia di Odino. Si narra, infatti, che il dio sacrificò se stesso per avere il dominio delle rune, fonti magiche di ogni potere e sapienza.
Si racconta che Odino si impiccò ad un albero e si trafisse con una lancia. L’albero su cui si immolò era Yggdrasill, il frassino cosmico della mitologia norrena, mentre il sacrificio di Odino è legato probabilmente agli antichi riti di iniziazione degli sciamani. Secondo questi rituali, forse di origine finnica, gli sciamani acquistavano i poteri di mediatori con l’altro Mondo attraverso rituali di morte e rinascita, molto simili a quello effettuato da Odino.