La Costituzione e il lavoro
La Costituzione italiana e i suoi principi fondamentali in materia del diritto del lavoro. La costituzione entra in vigore l’1 gennaio 1948.
L’Articolo 1 afferma “l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro” (primo comma). Questo significa che il fondamento della Costituzione italiana è il lavoro.
Secondo il pensiero di Amintore Fanfani, uno dei padri costituenti, si esclude che la Repubblica si possa basare sul privilegio, la nobiltà ereditaria e la fatica altrui. Si fonda invece sul dovere che è anche diritto, per contribuire al bene della comunità nazionale. Il lavoro si intende come sforzo libero. Lavoro come fatica che si estrinseca in un ambito di libertà. Questo sottolinea che il lavoro non è assoggettamento brutale, come ad esempio il caporalato, ma è uno sforzo libero.
Il lavoro non è pura esaltazione della fatica muscolare o sforzo fisico, ma affermazione del dovere di ogni uomo a essere quello che ciascuno può, in proporzione ai talenti naturali, che il lavoro deve far emergere.
La massima espansione della comunità avviene quanto ogni uomo avrà realizzato nella pienezza del suo essere il massimo contributo alla prosperità comune.
Secondo l’Articolo 2 della cost. “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità […]”. Per “dove si svolge la sua personalità” è anche un riferimento alla fabbrica, o meglio l’impresa.
In questo luogo si devono garantire i “diritti inderogabili” della persona. Non sono ammesse regole che minano o riducono la dignità umana. In questo modo si giustifica l’esistenza del sindacato all’interno dell’azienda, il quale svolgerebbe una funzione di presidio di difesa valoriale della persona che lavora.
L’articolo 2 parla anche dei doveri inderogabili. La solidarietà politica (il dovere di votare e di conoscere le leggi), economica (dovere di contribuire alle spese dello Stato pagando i tributi) e sociale (dovere di educare, istruire e mantenere i propri figli).