Fino al 30 gennaio 2022 la Basilica di San Saturnino di Cagliari -Ministero della Cultura- ospita la mostra personale Apostoli di Antonio Porru, accompagnata dai testi critici di Gabriele Simongini, Giorgio Pellegrini, Nico Stringa, Alessandro Sitzia raccolti anche nel catalogo edito da Maretti Editore.
Antonio Porru presenta, dunque, la sua seconda importante mostra dopo ben venti anni dall’ultima all’Exmà di Cagliari, per esplicita scelta personale. In esposizione una serie di oltre 90 opere raccolte in sei gruppi –Apostoli, Cieli, Terre, 1652 peste a Sanluri 2020 Pandemia, Testimoni, Terrecotte-, che dialogano profondamente con lo spazio architettonico: dodici ritratti replicati sei volte e inseriti in un retable di sei pannelli e dodici raffigurazioni di grande formato.
“Questo è un mondo in cui ciascuno di noi, conoscendo i propri limiti, conoscendo i pericoli della superficialità ed i terrori della fatica, deve attaccarsi a ciò che gli sta più vicino, a ciò che egli conosce, a ciò che può fare, ai suoi amici, alle sue tradizioni, ai suoi amori, per non finire disciolto in una confusione universale, senza sapere nulla, senza amare nulla.
Gli Apostoli di Antonio Porru: le figure
L’interno si proietta all’esterno e quelle figure, sedute, manifestano una immediata propensione al dialogo e alla condivisione diventando messaggeri di autenticità tanto che si potrebbe immaginare qualcosa del genere per tutte le case del paese. Così tutte le opere raccolte nei sette gruppi che innervano la mostra sembrano in realtà frammenti di una sola grande opera murale e corale in cui trova immagine un’umanità concreta e primigenia, colta in tutta la sua sincerità.
Del resto a Porru non interessa essere originale quanto piuttosto mirare all’originario così come è primigenio per vocazione anche il segno inciso, potente ed essenziale ma anche leggero e lirico, che costituisce la matrice di queste opere più graffite che dipinte, nell’uso di tecniche e materiali semplici ed ascetici quali terra, carboncino, tempera o terracotta.
È, questa, un’umanità che resiste al drastico, sconvolgente mutamento antropologico del nostro stare nel mondo sotto il dominio delle corporazioni hi-tech che ci cullano con la promessa di ogni meraviglia e di ogni soluzione per una vita migliore, appagante e cool, in una società ossessionata dal profitto, dal presente e dalla sua ininterrotta partecipazione mediatica e virtuale.
Gli Apostoli di Antonio Porru
Gli “Apostoli” in particolare, col solo sguardo e con la loro semplice presenza autenticamente umana, danno testimonianza concreta della fatica, del Iavoro, dell’impegno quotidiano di coloro che realmente sono le colonne portanti della famiglia e della società o perlomeno di quel che ne resta oggi.
Non a caso, nelle opere in mostra, gli “Apostoli” sono rappresentati a figura intera quasi per sottolineare la solidità del loro ruolo mentre in quasi tutti gli altri ritratti emergono solo la testa e il busto e talvolta, come nella serie a tempera e carboncino del 2020, a quelle figure viene dato un andamento regolare, quasi oggettuale, tanto che alcuni sembrano assumere quasi la forma di vasi antropomorfi.