75 anni di vita per AIG. Tanti, effettivamente, ma mai troppi, da quel lontano 19 dicembre del 1945, quando a Roma, per iniziativa di Aldo Franco Pessina, nasceva l’Associazione Italiana Alberghi per la Gioventù. Con Pessina, a stringersi la mano sul marciapiede di via Panisperna, un gruppo di suoi amici e sodali, visionari e romantici come lui, tra cui: Renato De Zerbi, rappresentante della presidenza del Consiglio dei Ministri; Oreste Del Porto, reggente della Direzione Generale del Turismo; Orazio Martinelli, Commissario Nazionale dell’Ente Nazionale Industrie Turistiche (così si chiamava allora, e il termine “Industrie” non era peregrino); Vincenzo Candeloro, Commissario della Gioventù Italiana (ex Gil); Luigi Bergnera, Presidente Associazione Campeggiatori Turistici Italiani; e Nello Ferrini (l’architetto degli Ostelli). Un sodalizio “benedetto” da personalità come Alcide De Gasperi e Luigi Einaudi che ne riconobbero ben presto il valore, gli scopi e la funzione a beneficio del Paese.
Gli Alberghi per la Gioventù: un punto di riferimento
Con una consolidata e capillare organizzazione “low cost” per studenti, giovani, famiglie e sociale, punto di riferimento per milioni di persone, ed oggi più che mai vera opportunità per rilanciare l’economia turistica italiana e il turismo scolastico dopo l’emergenza sanitaria, l’Ente morale e di promozione sociale AIG è incappato di recente in una procedura fallimentare cui si sta opponendo con decisione, forte anche del generale sostegno delle forze di Governo, più volte palesato, e da ogni parte politica di maggioranza e opposizione, ma ancora in attesa di una definitiva via d’uscita.
Il 2020 è stato un disastro per tutto il comparto turistico nazionale, e anche per l’Associazione si è trattato di un momento difficilissimo, destinato a non poter essere facilmente superato se non sarà effettivamente e debitamente valutato il suo insostituibile e prezioso ruolo svolto per tutto questo tempo a favore del turismo, dell’aggregazione, del sociale, della formazione, della cultura. Gli Ostelli della Gioventù, restano oggi di fatto la più grande catena alberghiera del nostro Paese, con strutture d’accoglienza sparse su tutto il territorio nazionale pronte a rinnovarsi per svolgere meglio il loro compito. Già negli ultimi anni, forte della sua ispirazione etica, morale, sociale e culturale, l’Associazione in effetti ha posto le basi di un radicale rinnovamento e rilancio, che si era avviato a trasformare gli Ostelli italiani in vere e proprie “residenze culturali”, con l’impegno nell’offrire ai suoi frequentatori e al territorio di riferimento degli Ostelli, un nuovo riferimento nel nome e per conto della Cultura, dell’Arte, dello Spettacolo di qualità.
Sull’esempio di quanto avvenuto in Germania qualche decennio, prima, nel 1908 esattamente, l’Associazione Italiana Alberghi per la Gioventù di Pessina è nata per contribuire a risolvere una grande necessità giovanile: la mobilità, il viaggio, l’incontro, lo spostamento, cui ha puntualmente ed effettivamente ottemperato. Dopo 75 anni gloriosi, però, la rete degli Ostelli italiani dell’AIG con la sua grande storia sociale, si avvia purtroppo verso la probabile chiusura, fiaccata dalla crisi, e in attesa di essere debitamente sostenuta, ma comunque pronta, come si diceva, a riaffermare, rivalutare e rilanciare il proprio ruolo e la propria missione, oggi più che mai indispensabili per assicurare mobilità e ospitalità lungo il BelPaese a turisti, scolaresche, studenti, famiglie.
I Laboratori organizzati tra il 2013 e il 2017, le presentazioni di libri, i convegni, le tavole rotonde, i mille eventi che hanno visto protagonisti l’AIG e gli Ostelli italiani, ma anche e soprattutto i tanti e significativi protocolli d’intesa sottoscritti con vari Enti, Istituzioni, Sodalizi, sono state tappe di questo suo rinnovamento, di questa voglia di esserci, di contare, di migliorare, di “servire”. E c’è perciò da augurarsi che il futuro possa tornare presto roseo, anche per il fatto che la storica realtà degli Ostelli italiani è un patrimonio pratico e ideale, oltre che una vicenda di passione e di speranza, con ogni nuovo Ostello nato, ogni nuovo evento realizzato, un motivo di orgoglio ed entusiasmo.
Sotto questo profilo, la Via degli Ostelli è stata anche – non sembri esagerato – come una sorta di via Francigena, un percorso messo a disposizione di chiunque per ritrovare e riflettere sull’essere, sul senso del viaggio e della scoperta, del confronto, dell’incontro tra civiltà, e per così dire, della civiltà dell’incontro… Gli Ostelli italiani, insomma, come un corpus di grande e in parte inespressa potenzialità, per avvicinare prima, per formare poi, per stimolare e sollecitare i più vari interessi e per far crescere i giovani in ogni direzione: in quella del confronto, dello scambio, dell’apertura e della tolleranza nel percorso educativo di ognuno.
In un momento in cui, come sembra, saranno assolutamente indispensabili iniziative sociali, iniziative in grado di poter assicurare a tutti e ai giovani in particolare nuove e pronte occasioni di crescita, gli Ostelli sarebbero destinati a rientrare presto e decisamente al centro degli interessi e della “progettualità” quali occasioni di apprendimento e maturazione di competenze spendibili nel mondo del lavoro e nello specifico in quello del turismo scolastico e sociale. Ed è chiaro che il buon funzionamento degli Ostelli e la disponibilità di una buona rete sull’intero territorio potrà costituire un’opportunità anche per gli adulti e, in particolare, per le categorie svantaggiate, destinate, purtroppo, come sembra, a crescere in proporzioni senza precedenti. Oltre che, naturalmente, per il turismo straniero.
L’Associazione Italiana Alberghi per la Gioventù ha lavorato con entusiasmo fino ad oggi, garantendo accoglienza e ospitalità a milioni di persone, pur dovendo far fronte alle mutate esigenze del “viaggiatore” moderno, agli insostenibili costi della tassazione, e ad una spietata ed incontrollata “concorrenza” di B&B, Case-vacanza, Case-accoglienza, Agriturismi, Fittacamere e via dicendo, cavalcando comunque il secolo e cambiando radicalmente l’iniziale caratteristica passiva del ‘rifugio’, per assumere quella attiva di ‘servizio’. Ma sempre non tradendo lo spirito iniziale di voler favorire i rapporti tra persona e persona.
Gli Ostelli sono divenuti così, appunto, e propriamente, un “servizio”: quello che una comunità civile deve assicurare ai propri cittadini, alle proprie famiglie, ai propri giovani e anche ai giovani delle altre comunità nazionali, per contribuire a creare una comunità civile. E non a caso, spiegava il fondatore di AIG, Aldo Franco Pessina (una sorta di Buden Powell italiano, e di analoga caratura culturale ed ideale) si assiste al fatto che, nel mondo, gli Ostelli per la Gioventù sono più diffusi e sostenuti là dove più elevato è il livello di welfare. Gli Ostelli, non sono infatti solo turismo, ma anche e soprattutto luoghi educativi, sono nati di fatto per favorire il turismo scolastico, dunque come essenziali strumenti d’evoluzione civica…
Chiudere l’Aig, lasciarla spegnersi, buttare all’aria la sua storia, la sua esperienza, la sua organizzazione, vorrebbe dire non solo procurare un danno serio e irreversibile a chi ci lavora, ma, sia ben chiaro, all’intero sistema-Paese, già a pezzi, e che da questa pandemia uscirà comunque assai malconcio, con un’economia disastrata che non dovrebbe essere, appunto, pure privata di un’imprescindibile opportunità di accoglienza e mobilità per tutti, quella assicurata da AIG per 75 anni. Per poter così tornare a muoversi e trovare pronta, cordiale ed economica accoglienza, senza dover spendere necessariamente una fortuna. Per poter tornare a incontrarsi, a confrontarsi, a progettare, a costruire sviluppo e rinascita.
La parola “fine”, sembra pendere dunque, e purtroppo, improvvisa, triste, sconcertante e assolutamente inattesa, su una storia gloriosa, importante, di pubblico servizio e utilità, con l’Italia che grazie ad AIG, e con AIG, è da sempre tra i membri qualificati della Federazione Internazionale degli Ostelli (International Youth Hostel Federation), di cui fanno parte 80 nazioni del mondo con rispettive reti nazionali, quasi tutte direttamente supportate e finanziate dai rispettivi governi, oppure sostenute con finanziamenti e agevolazioni fiscali, ma mai comunque lasciate in solitudine e a sé stesse…
Oggi che la generale predisposizione al viaggio e il trasporto low cost aereo soprattutto, hanno modificato la mentalità di turisti e viaggiatori predisponendoli ad una spesa più ragionata per l’alloggio, gli Alberghi per la Gioventù sono ritornati di gran moda in ogni parte del mondo come luoghi ideali, necessari, indispensabili non solo per la giovinezza, ma per il diritto di ognuno ad incontrare, confrontare, rapportare, inventare un mondo nuovo attraverso il turismo per tutti e alla portata di tutti. Un modo, un’opportunità, una dimensione, uno stile capace di arricchire il viaggio con ulteriori preziosi elementi.