Il maestro Riccardo Muti ha compiuto 80 anni. Un traguardo importante raggiunto, tra l’altro, nella forma migliore e che ha deciso di festeggiare alla sua maniera, con la musica, quella musica che getta un ponte tra passato e presente e tra tradizione e universalità.
Una carriera trionfale
“Se girate il mondo e vi chiedono dove siete nati e dite ‘sono nato a Napoli’, il mondo vi rispetta…” in queste parole, pronunciate da Riccardo Muti al conservatorio di San Pietro a Majella a Napoli, c’è tutto l’amore che il maestro nutre per il capoluogo partenopeo, città che ha visto i suoi natali e la sua sperimentazione della musica. Un inizio importante prima di trasferirsi a Milano a studiare composizione e direzione d’orchestra. La musica lo accompagnerà nella sua lunga carriera in giro per il mondo. La sua carriera inizia giovanissimo alla fine degli anni Sessanta che lo vedono dirigere al Teatro Comunale di Firenze, a Roma presso l’Auditorium RAI del Foro Italico alla prima rappresentazione radiofonica, al Teatro La Fenice di Venezia. Negli anni Settanta inizia a girare l’Europa dirigendo a Salisburgo, Londra, Monaco, Vienna, Berlino. Stringe un forte legame con i Berliner Philharmoniker e i Wiener Philharmoniker tanto che nel 2008 dirigerà questi ultimi in una tournee in Oriente, tra Giappone, Corea e Hong Kong.
La passione per la musica
A chiunque chieda chi è Riccardo Muti non si può rispondere semplicemente con la denominazione di direttore d’orchestra. Le sue, infatti, non sono state solo direzioni ma per certi versi nuove interpretazioni di brani musicali che con lui hanno ritrovato una nuova vita. Gli autori da lui più amati sono Gioacchino Rossini di cui, agli inizi della carriera, ripropose la versione integrale del “Guglielmo Tell”; Giovanni Paisiello, considerato da Napoleone il più grande musicista della sua epoca; Wolfgang Amadeus Mozart del quale ha diretto, tra gli altri, “Così fan tutte” e “Le nozze di Figaro”. Il compositore al quale si sente, forse, più legato è Giuseppe Verdi: l’autore del “Nabucco”, dell'”Aida”, de “La forza del destino”. L’impeto trasfuso dal grande compositore parmigiano negli ideali patriottici è lo stesso con il quale, durante la rappresentazione del “Nabucco” al Teatro dell’Opera di Roma nel 2011, il maestro, contravvenendo alle regole dettate dallo stesso compositore, prima di concedere il bis del “Va, pensiero”, si volta verso il pubblico e tiene un breve discorso sui tagli alla cultura annunciati dal governo.
Gli 80 anni di Riccardo Muti: i festeggiamenti
Per festeggiare il suo ottantesimo compleanno, il maestro ha voluto tornare dove tutto è iniziato: Napoli. Al Conservatorio che lo ha visto ragazzo ha assistito a un concerto a lui dedicato, mangiato la torta con i musicisti, ha incontrato il presidente De Luca al quale non ha potuto non esprimere il suo rammarico per lo stato d’abbandono della struttura così antica e prestigiosa. Nella scuola che gli ha insegnato la vera musica, come ha lui stesso sottolineato, ha inaugurato due mostre, una delle quali allestita nella Sala Muti a lui dedicata, appunto. “Tutto iniziò da qui” è un percorso fotografico e multimediale sul periodo napoletano del maestro. Lasciato il conservatorio, si è diretto a Scampia, dove ha diretto l’orchestra del quartiere così come si era impegnato.
In copertina foto di Paolo Restani