Le strane dinamiche del fato
Giuseppe Bianco torna in libreria con una nuova storia, lo strano caso di Gennaro Amore, un romanzo breve, una storia esilarante che riserva al lettore colpi di scena, momenti grotteschi, imprevedibili e ironici, proprio come accade nella vita. Il libro, edito da LupiEditore, ha due protagonisti che portano avanti due punti di vista diversi su temi senza tempo: l’amore, l’odio, il bene e il male. Due facce della stessa persona che si scontrano sul terreno delle emozioni.
Giuseppe Bianco con lo Lo strano caso di Gennaro Amore, dona al lettore un testo scorrevole, mai superficiale, che pone problemi esistenziali senza avere alcuna presunzione di dare delle risposte definitive.
Con la nostra intervista all’autore abbiamo cercato di acquisire qualche dettaglio in più non solo sul romanzo ma anche sulla sua scrittura in generale.
Intervista a Giuseppe Bianco
Salve Giuseppe, lei è nuovo al pubblico di CinqueColonne Magazine. Ci racconta brevemente di cosa si occupa e quando è entrata la scrittura nella sua vita?
Sono impiegato in una multinazionale alimentare. Vengo da studi tecnici e qualche anno di ingegneria meccanica, ma non mi sono mai laureato, purtroppo.
La scrittura è entrata molto presto nella mia vita, fin dalle scuole elementari. Con il passare degli anni è sempre riuscita a trovare molto spazio nelle mie attività. Ero iscritto alla SIAE come autore della parte letteraria delle canzoni, ho creato e gestito siti di parole, curato e/o inserito in molte antologie, organizzato un Concorso Letterario per una decina d’anni e sono stato direttore editoriale della Casa Editrice Albus Edizioni.
Penso di non esagerare se affermo che la scrittura non si è “inserita” nella mia vita, ma è nata con me.
Informiamo i nostri lettori su che tipo di romanzo andranno a leggere. Secondo lei in che genere lo catalogherebbe?
Sicuramente va catalogato come narrativa non di genere.
Un romanzo breve, esilarante, scritto con uno stile scorrevole.
Come la vita, sfiora momenti divertenti, ironici, grotteschi, a volte sfiora il tragico offrendo riflessioni di ampio respiro, aperte al modo in cui viviamo ed al suo senso.
Il suo romanzo si gioca sul filo sottilissimo della guerra tra il bene e il male. Perché ha scelto di parlare di questo atavico conflitto? C’è stato un evento, una riflessione o una lettura che le ha fatto scattare la scintilla?
Tra il bene e il male, tra le ragioni dell’amore e quelle dell’odio che sono le forze che “comandano” il mondo.
Come tutti i miei scritti è nato in modo abbastanza casuale, come se fossi stato contattato direttamente da Gennaro Amore. Quando questo succede, mi convinco sempre di più che non sono io a cercare le storie da raccontare, sono loro che mi trovano, a me non resta che scriverle.
Lei ha scritto tantissimi romanzi e vinto numerosi premi. Nello strano caso di Gennaro Amore lei ha percepito qualche mutamento nella sua scrittura dopo tanti anni?
Ho scritto parecchi racconti ed ho avuto la fortuna di aver portato a casa qualche premio letterario, i libri pubblicati sono solo otto, anche perché, dopo ‘Chiedilo all’amore’ il mio secondo libro, presi una piccola pausa di riflessione … una decina d’anni. Mi dedicai ad altro, ma una passione può metterti in stand by, lasciarti per un periodo di tempo, poi torna sempre, così nel 2018 c’è stato un mio secondo inizio con il romanzo ‘Figli di uno schizzo ’.
Mutamento? Sicuramente.
Come una persona, che senza accorgersene, cambia ogni giorno un po’, così anche la scrittura, rigo dopo rigo, pagina dopo pagina si arricchisce, matura, ravvivata da nuove emozioni si esprime con forme e stili diversi, anche se, questo nella mia scrittura è sempre successo, ho sempre cercato e cerco di adattare lo stile ed il linguaggio alla storia che racconto.
I nostri lettori amano gli scrittori, sono un po’ ficcanaso e adorano le stranezze. Ci racconta qualche sua abitudine di scrittura? Non so, le piace scrivere solo la sera, ha bisogno di una tazza di caffè mentre scrive, attacca post it ovunque…
La curiosità è sempre lecita e meno male che c’è, altrimenti cosa spingerebbe a leggere un libro, a vedere un film, ad ascoltare la nuova canzone dell’artista preferito…
Confesso la mia ‘stranezza’, non scrivo in un momento preciso della giornata, non ho bisogno di un bicchiere di whisky o di una tazza di caffè. Quando mi arriva l’idea che mi trasmette emozione la devo subito scrivere su di un pezzo di carta, basta un pizzino minuscolo, una ricevuta di un pagamento, un foglio che porto sempre in tasca o semplicemente lo scontrino del caffè.
Mettere un pensiero su carta è come fare una foto, se non cogli l’espressione, l’attimo, se non li fissi subito … dopo non sarà più la stessa cosa.
Tra i libri di Giuseppe Bianco oltre allo Strano caso di Gennaro Amore ricordiamo “Una splendida follia”, Romanzo PAV Edizioni, “Esilaranti storie di anime scoperecce”, Jacopo Lupi Editore e “Piccoli particolari – On my way” Edizioni Montag.