Una serie di arabeschi blu e ocra che creano un fantasioso intreccio sul volto di Giove: con queste caratteristiche si presenta l’atmosfera nell’emisfero settentrionale del gigante gassoso, ripresa in una recente sequenza fotografica dalla sonda Juno della Nasa.
A realizzare gli scatti è stata JunoCam, una camera nella luce visibile progettata per acquisire immagini ad alta definizione delle regioni polari del ‘colosso’ del Sistema Solare. Nello specifico, le vedute sono state riprese lo scorso 15 luglio, nell’arco di tempo di poco più di un quarto d’ora, quando Juno ha effettuato il suo 14° fly-by del pianeta e si trovava ad una latitudine compresa tra 69 e 36 gradi circa e ad un’altezza, rispetto alla sommità del manto nuvoloso che avvolge Giove, compresa tra 25.300 e 6.200 chilometri.
Una struttura anticiclonica ovale e di colore bianco, designata con il nome in codice N5-Awo, è visibile nelle prime due foto, mentre nella seconda e nella terza spicca Nn-Lrs-1, una tempesta nota anche con il nickname di ‘Piccola Macchia Rossa’ (Little Red Spot). La fascia color ocra che emerge nella quarta e nella quinta immagine è una zona classifica come ‘band temperata nord-nord’ (Nntb, North North Temperate Belt).
La sequenza realizzata da JunoCam è stata successivamente trattata da Gerald Eichstadt e Sean Doran, due ‘cittadini scienziati’ (citizen scientists) partecipanti al progetto che coinvolge un’ampia platea di appassionati nell’elaborazione delle immagini. L’iniziativa, ideata per scopi divulgativi e didattici, ha avuto un vivace seguito da parte del pubblico che ha potuto scatenare in maniera innovativa la propria ispirazione; la galleria di immagini che uniscono spazio, arte e creatività è visitabile sul sito ufficiale di JunoCam (cliccare qui).
Lanciata il 5 agosto 2011 da Cape Canaveral, a bordo di un vettore Atlas V, ed entrata nell’orbita del ‘peso massimo’ del Sistema Solare il 5 luglio 2016, Juno ha il compito di studiare vari aspetti di Giove, quale rappresentante dei ‘Pianeti Giganti’. Oggetto di studio della sonda sono, ad esempio, l’origine, l’evoluzione e la struttura interna del pianeta, la magnetosfera polare, l’origine del campo magnetico, l’abbondanza di acqua, la caratterizzazione dei venti nella bassa atmosfera e le quantità di ossigeno e azoto. La sonda, inoltre, in relazione al campo magnetico, tiene puntati i suoi occhi elettronici anche sulle aurore boreali di Giove.
Juno, infine, ‘parla’ anche italiano. Il nostro Paese, attraverso l’Agenzia Spaziale Italiana, ha infatti fornito due strumenti per la sonda: lo spettrometro ad immagine infrarosso Jiram (Jovian InfraRed Auroral Mapper) e lo strumento di radioscienza KaT (Ka-Band Translator) che rappresenta la porzione nella banda Ka dell’esperimento di gravità.