Come creare sviluppo e supporto ai giovani? Mariella Andreina Roberto è un punto di riferimento su questo tema.
Giornalista pubblicista, sociologa ed educatrice italo venezuelana. Laureata in Sociologia con una tesi in Sociologia del Diritto improntata sul tema dello Stalking: “Ho scelto personalmente questa tematica perché da sempre ho a cuore le donne. Mi impegno quotidianamente per diffondere negli ambienti che frequento il rispetto, la valorizzazione e l’amore verso di loro.”
Mariella ha viaggiato, studiato le lingue in particolare inglese, francese e spagnolo. Fin da piccola ha coltivato molte passioni come: la lettura, l’amore per i libri, la cultura, la musica e i film.
Donna dai valori importanti: la famiglia, la giustizia, la trasparenza, la lealtà, l’educazione, il rispetto per gli esseri umani e viventi, che riversa in tutto quello che fa.
Oggi infatti collabora con un centro educativo e si occupa di progetti trasversali verso i giovani, a cui sente di poter dedicare tutto il suo entusiasmo. Ha come obiettivo quello di agevolare la comunicazione tra il mondo scolastico e le famiglie, lo fa attraverso i suoi social ed il suo sito.
Mariella inoltre appartiene al Constructive Network, che si pone l’obiettivo di creare una comunicazione costruttiva fatta di giornalismo delle soluzioni e non solo di problemi. Una modalità vicina ai suoi valori, di chi fa questo con passione trasmettendo contenuti di qualità.
Come è nata la passione e l’esigenza di avviare un dialogo verso i giovani, parlando ai ragazzi e bambini?
Sono una persona dolce e sensibile, mi sento a mio agio a lavorare con i giovani anche perché hanno un grande entusiasmo, sono pieni di vita e hanno voglia come me di scoprire il mondo che li circonda.
L’altro motivo per il quale ho deciso di specializzarmi nelle tematiche che riguardano i bambini e i ragazzi è perché soprattutto per i più grandi ho capito che hanno bisogno del sostegno di noi adulti, quindi, ho deciso di intraprendere questa “missione”. Mi piace ascoltarli, consigliarli, invogliarli a cercare la loro strada e a non arrendersi davanti alle difficoltà.
Sei impegnata di persona nel progetto HUBrains, ci racconti nello specifico qual è la mission di questa organizzazione?
Oggi, sono l’addetta stampa di HUBrains, associazione di innovazione sociale per giovani dai 14 ai 22 anni.
HUBrains, social club innovativo nato per sostenere le nuove generazioni e creare dialogo nell’ecosistema: studenti, scuola e imprese. Associazione fondata da Giustiniano La Vecchia, autore, People & Cultural innovator, Ted speaker, Keynote Speaker.
Il filo conduttore del progetto consiste nel sostenere i ragazzi nella ricerca dello “scopo perduto di vita”.
Liberare il talento di giovani uomini e donne grazie gli strumenti, la collaborazione, la contaminazione di idee per renderli consapevoli e responsabili verso la comunità e il nostro Paese.
Si tratta di un’associazione culturale, apartitica e senza finalità di lucro. Si propone di individuare giovani donne e uomini per sostenerli.
Nel loro processo di apprendimento di conoscenze e di sviluppo personale e, dall’altro, nella creazione di nuove iniziative imprenditoriali di successo (startup) che favoriscano l’innovazione sociale, lo sviluppo e l’implementazione di nuove idee (prodotti, servizi, modelli) in grado di rispondere ai bisogni delle comunità e di creare nuove relazioni sociali.
Alla luce della pandemia causata dal Covid-19, i giovani hanno sofferto maggiormente in questi due anni per diverse ragioni legate alle misure straordinarie che le persone hanno dovuto adottare per tutelare la propria salute e quella altrui. Un’età delicata nella quale l’essere umano inizia a porsi domande su sé stesso, sul mondo e sul proprio futuro. Per questa ragione HUBrains ha previsto di inserire un servizio di Mentorship per i giovani che aderiscono all’associazione.
HUBrains vuole sostenere anche un’altra fascia di persone, ovvero, i disoccupati di un’età compresa tra i cinquanta e i sessant’anni.
Queste persone hanno perso il lavoro per diverse ragioni ma hanno una dignità e il diritto di non essere dimenticate. Hanno alle spalle esperienze di vita che sono preziose per le giovani generazioni in cerca del loro futuro.
Loro saranno i mentori dei giovani e si occuperanno di guidare i giovani nei percorsi promossi da HUBrains.
Due i percorsi che HUBrains ha progettato per i giovani che aderiscono all’associazione:
– Disruptive Entrepreneurs, attraverso un percorso di alta formazione sulla creazione e la conduzione d’impresa della durata di due week-end per 6 mesi.
– Disruptive Talent, un percorso per lo sviluppo di talenti e delle potenzialità attraverso laboratori di intelligenza emotiva, sociale e collettiva della durata di due week-end per 4 mesi.
Inoltre, HUBrains intende creare una comunità di #NomadiCreativi per liberare la propria creatività, energia e talento, condividere idee e partecipare ad eventi.
Il progetto dell’associazione no profit che è #AllaRicercaDelloScopoPerduto, è finanziato dalle imprese, dalle banche, da una raccolta fondi e da alcuni genitori.
Un altro progetto di grande valore, sempre rivolto ai giovani, che ti vede coinvolta in prima persona è “Giocareporter” di cosa si tratta?
Ho creato un progetto per spiegare ai bambini e ai ragazzi il mondo della comunicazione e del giornalismo. Il mio progetto si chiama “Giocareporter” e si svolge una volta al mese e in ogni lezione spiego un tipo di contenuto giornalistico.
Es: L’articolo di giornale, il telegiornale, il comunicato stampa, la conferenza stampa, l’inchiesta, il reportage e il giornalismo di internet, blog e riviste online. Ritengo che sia importante per i bambini aiutarli nel conoscere il mondo dell’informazione a capire come funzionano e a riconoscere i diversi contenuti.
Oggi viviamo in un’era altamente tecnologica e per loro che saranno gli adulti di domani, è importante iniziare a conoscere i media dell’informazione in modo da diventare cittadini consapevoli e responsabili.
Nel mio progetto dopo una parte teorica che svolgo io come introduzione, segue un dibattito con le curiosità e alle volte degli indovinelli per gli alunni, in modo da renderli partecipi. Infine, propongo sempre un’attività che possa metterli “alla prova”, incuriosirli e renderli partecipi degli argomenti svolti.
Come è stato accolto “Giocareporter” nelle scuole a cui lo avete già presentato?
Per ora il mio progetto di giornalismo si svolge una volta al mese al centro educativo, “Qbhalo’” di Baveno (Vb) ed è dedicato a bambini che hanno una fascia d’età tra i 6 e i 10 anni. Ora ho intenzione di rivederlo e proporlo nelle scuole del Vco ma anche di altre regioni.
Penso che condividere le nostre esperienze e conoscenze siano le azioni più belle del mondo soprattutto in questo momento difficile che sta vivendo tutto il mondo.