Circa 300.000 pazienti in Italia e di questi 12.000 in Campania questi i numeri della malattia di Parkinson, un disturbo del sistema nervoso centrale e autonomo, con un’evoluzione lenta, ma progressiva. Comporta la degenerazione in prevalenza di alcune cellule nervose, situate in un’area del cervello (sostanza nera), con conseguenze soprattutto sul controllo dei movimenti con lentezza nell’esecuzione degli stessi, tremore (non sempre presente) e rigidità muscolare.
La malattia comporta anche disturbi non del movimento, alcuni dei quali possono insorgere molti anni prima dei sintomi motori, e vengono spesso sottovalutati dai pazienti. I più tipici sono: stitichezza, depressione, riduzione dell’olfatto e disturbi del sonno. Il Centro Parkinson della AOU “L. Vanvitelli” coordinato dal prof. Alessandro Tessitore, è attivo ormai da diversi anni nella cura di tale malattia e nella assistenza multidisciplinare ai pazienti.
Giornata Nazionale Parkinson 2018: la manifestazione napoletana
Oggi, in occasione della Giornata nazionale (www.giornataparkinson.it/) i centri Parkinson della Vanvitelli, Federico II e Cardarelli in collaborazione con l’Associazione pazienti Parkinson Parthenope, sono impegnati nella manifestazione “Arte e Movimento” che si svolgerà presso l’auditorium del Museo di Capodimonte. In questa occasione verrà presentato un progetto che si prefigge l’obiettivo di includere, attraverso la danza contemporanea, persone col Parkinson in un percorso di riabilitazione in ambienti museali esteticamente ed artisticamente densi di significato.
Un maggiore confronto tra tutte le figure del mondo Parkinson è invece l’obiettivo della prima edizione della Convention “Parkinson: Corpo & Anima”, che si terrà a Roma il 1-2 Dicembre 2018 (www.fondazionelimpe.it). Sarà il primo “Forum” italiano che si propone di riunire in un unico contesto le persone affette da Parkinson, i loro familiari e assistenti insieme a neurologi e personale sanitario specializzato nella cura della malattia. Due giornate di tavole rotonde, workshop teorici e pratici con il fine di creare un’alleanza fra chi cura e chi, al momento della diagnosi, diviene un paziente ma deve aspirare a sentirsi una persona viva coinvolta in un percorso terapeutico condiviso.