Ogni due secondi al mondo nasce un bambino destinato a soffrire la fame e ad avere il piatto desolatamente vuoto. Vuoto come i piatti giganti, esposti in circolo per ricreare una tavola in piazza del Popolo, riempiti solo da frasi come “La fame mangia i bambini” o “La fame divora i sogni”. In occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione, Save the Children, l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro, ha organizzato nel cuore di Roma un’iniziativa di sensibilizzazione contro l’insicurezza alimentare, che colpisce sempre più persone nel mondo, a causa dei conflitti e del cambiamento climatico.
Giornata mondiale dell’alimentazione: i dati della povertà alimentare
La malnutrizione acuta infantile è aumentata del 20% tra il 2020 e il 2022 nei 19 Paesi più colpiti da crisi umanitarie, passando da 23 milioni nel 2020 (pre-pandemia) a 27.7 milioni nel 2022. Il proliferare dei conflitti armati e il fatto che siano sempre più prolungati nel tempo –basti considerare quelli in Medioriente, Ucraina e Sudan – e gli eventi metereologici estremi sempre più intensi e frequenti, stanno avendo conseguenze devastanti sulla vita dei civili, rischiando di aumentare ulteriormente i livelli di insicurezza alimentare e di malnutrizione infantile. Considerando i trend attuali, si stima che 128,5 milioni di bambini (19,5%) saranno affetti da malnutrizione cronica nel 2030, circa la metà dei quali in Africa occidentale e centrale.
Il rapporto di Save the Children
Il nuovo rapporto dell’Organizzazione evidenzia come i conflitti siano le principali cause dell’insicurezza alimentare per circa 135 milioni di persone in 20 Paesi del mondo. Solo a Gaza, dove si registra il più alto tasso di malnutrizione a livello globale, è colpita quasi l’intera popolazione infantile, pari a 1.1 milioni di bambini. Un anno di guerra a Gaza sta evidenziando le conseguenze disastrose della proibizione dell’accesso umanitario: ben il 96% della popolazione della Striscia sta affrontando un’insicurezza alimentare acuta a livelli critici o anche maggiori, con oltre 495.000 persone (22%) che sono approdate allo stadio più alto secondo la classificazione IPC5, e affrontano livelli catastrofici di insicurezza alimentare acuta.
La crisi climatica, altro fattore
Anche la crisi climatica è tra le principali cause della malnutrizione. Si stima che gli eventi metereologici estremi, siano stati la causa primaria di alti livelli di insicurezza alimentare per 72 milioni di persone in 18 Paesi, tra cui 33 milioni di minori. Numero più che raddoppiato dal 2018, quando gli eventi meteorologici estremi erano la causa primaria della fame per 29 milioni di persone, di cui 13 milioni di bambini. La maggiore intensità e frequenza dei fenomeni climatici estremi – come le inondazioni in Pakistan, le prolungate siccità nel Sahel e in Somalia e il distruttivo uragano Freddy in Mozambico e Malawi – la siccità e la deforestazione hanno degli impatti profondi sui sistemi alimentari e sulla competizione per le risorse naturali, a sua volta responsabile di conflitti crescenti, come quelli tra agricoltori e popolazioni pastorali.