Per il sesto anno consecutivo si è svolta in questi giorni la Giornata europea degli Antibiotici. Una valida iniziativa, questa, promossa dal Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle malattie (ECDC) che ha come scopo quello di sensibilizzare cittadini e operatori sanitari Ue sull’uso prudente degli antibiotici e al tempo stesso riflettere su un dato allarmante quale quello dell’aumento dei pazienti infetti da batteri resistenti.
I dati 2014 dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) confermano che il fenomeno dell’esistenza di batteri resistenti agli antibiotici è divenuta un’emergenza di sanità pubblica. L’antibiotico è quella sostanza di origine naturale o di sintesi rappresentata oggi comunemente da un farmaco, che è in grado di distruggere i batteri (ma non i virus). Son trascorsi ormai 85 anni da quando lo scozzese Fleming scoprì la penicillina eppure la medicina non si è mai fermata e deve ogni volta confrontarsi con vecchie e nuove problematiche. In primis con quella dell’aumento dei pazienti infetti da batteri resistenti: la mancanza di antibiotici efficaci genera una serie di effetti indesiderati a catena come l’aumento della spesa sanitaria, l’allungamento dei tempi di degenza e l’aumento della mortalità. Dal secondo congresso nazionale della Società Italiana per la Ricerca sugli Olii Essenziali (SIROE), co-organizzato dal Dipartimento di Malattie Infettive, Parassitarie e Immunomediate (MIPI) dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) è emersa anche la la necessità di utilizzare antibiotici solo se prescritti dal medico e mai su consiglio di amici, parenti o farmacisti. Un uso coscienzioso e prudente degli antibiotici può infatti contribuire a stoppare l’insorgenza dei batteri resistenti e preservare l’efficacia degli antibiotici per le generazioni future.
Centrali per importanza i temi dell’aumento delle patologie croniche, l’esigenza di utilizzare sostanze non dannose a difesa dell’ambiente e lo stimolo nei confronti degli enti scientifici in un progressivo coinvolgimento delle istituzioni locali verso la ricerca di nuove classi di molecole naturali come appunto gli olii essenziali. Di recente si è scoperto che queste sostanze aromatiche di origine vegetale sono molto efficaci non solo nei trattamenti complementari di diverse patologie (ad esempio dermatologiche, respiratorie e neurologiche) ma anche nella prevenzione e nel trattamento di alcune patologie infettive, anche farmacoresistenti. Una frontiera, quella della fitoterapia, ancora inesplorata e che meriterebbe maggior approfondimento anche per la sua eco sostenibilità, compatibilmente con i risultati empirici della tradizione clinica.