(Adnkronos) – La visita della presidente del Consiglio Giorgia Meloni domani in Libano ”sarà la prima di alto livello in Libano dopo l’intensificarsi degli attacchi israeliani contro Hezbollah”. Così i media libanesi parlano della “attesa visita a Beirut venerdì pomeriggio della premier italiana Giorgia Meloni, il cui Paese detiene la presidenza di turno del G7”.
Il sito di notizie ‘Lebanon 24’ afferma in particolare che durante la missione “Meloni incontrerà il presidente del Parlamento Nabih Berri, il primo ministro Najib Mikani e visiterà il battaglione del suo paese nel sud, recentemente esposto al fuoco israeliano durante gli scontri tra le forze israeliane e Hezbollah”. Il sito d’informazione libanese sottolinea che la premier aveva avvertito, intervenendo al Parlamento italiano che “il ritiro della forza Onu sarebbe un grave errore”, nonostante le richieste israeliane in tal senso. In realtà, secondo quanto precisato dal ministro della Difesa Guido Crosetto, il programma della tappa libanese del presidente del Consiglio non prevede una visita al contingente italiano di Unifil, perché le condizioni di sicurezza non la consentiranno.
Intanto, ”le autorità del Libano e la sua popolazione attendono l’esito dei contatti internazionali che potrebbero costituire una leva per arrivare al cessate il fuoco nel sud del paese attualmente teatro delle più violente battaglie tra Israele e Hezbollah”, scrive ‘Lebanon 24’.
Citando a condizione di anonimato una fonte politica libanese autorevole, il sito sottolinea che ”la prima preoccupazione oggi è il cessate il fuoco. Per quanto riguarda la soluzione politica interna (il destino di Hezbollah dal punto di visita militare, ndr) e l’elezione del presidente, nonostante gli sforzi e l’impegno profusi, ci sono ancora molti ostacoli, a cominciare dall’incapacità di raggiungere un accordo sul nome del Capo dello Stato secondo la lista che sta circolando”.
Sulla scelta del capo dello Stato il quotidiano Al-Akhbar, vicino a Hezbollah, ha riferito che Berri, che riceverà Meloni dopo il colloquio con il premier Mikati, ha ribadito ”chiaramente” ai suoi interlocutori che ”non è il momento giusto per eleggere un presidente, perché il Libano è sottoposto all’aggressione israeliana”. Proprio per questo, aggiunge, molti parlamentari del blocco Lealtà alla Resistenza, il braccio politico Hezbollah, ”corrono il rischio di essere assassinati ed esiste una chiara minaccia israeliana di prenderli di mira”.
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